giovedì 19 giugno 2014

Kaze tachinu (Si alza il vento)

Devo dire che difficilmente mi sono trovato in imbarazzo nel recensire qualcosa, con Kaze tachinu (da noi Si alza il vento) ultimo film del maestro Miyazaki invece, per un motivo o per un altro trovo molta difficoltà nel parlarvene.
E non perché sia brutto, anzi, è decisamente il contrario. Ed è proprio per questo che mi trovo in imbarazzo. Kaze tachinu non è un film perfetto, alcune scelte possono essere discutibili e se viste a se stanti possono minare una valutazione ma per me è un film da invasione biblica di porcelli tabagisti.
Sono un grande fan di Miyazaki e trovo che la sua intera produzione, da Nausicaa a Laputa, passando per Porco Rosso e il Castello errante di Howl sia magnifica, ma quando c'è stato da criticare non mi sono mai tirato indietro. Non faccio mistero, infatti, che Ponyo sulla scogliera non mi è piaciuto allo stesso livello degli altri.
Con questo film, invece, pur essendoci delle cose da criticare, tra cui la scelta della voce del protagonista, non ci riesco. E questo mi imbarazza.

Kaze tachinu ci narra la storia di Jirō Horikoshi, l'ingegnere aereonautico giapponese che progettò il Mitsubishi A6M meglio conosciuto come Zero. E ovviamente ce la narra a suo modo, con tempi lunghi e molta poesia, romanzandone la vita mostrandocela dall'infanzia fino al primo volo del suo celebre caccia non esimendosi neanche dall'inserire, in un film in cui il realismo sembra la faccia da padrone, dei momenti in cui la realtà va a farsi benedire. Infatti, Jirō Horikoshi incontrerà in varie occasioni oniriche il conte Caproni, un ingegnere aeronautico italiano, con il quale intratterrà un rapporto di amicizia - esistente solo nei suoi sogni - che lo aiuterà in alcuni momenti difficili.
Il film non ci narra, però, solo di come Jirō riuscirà a progettare lo Zero, ma anche della sua storia d'amore con Naoko, una ragazza che il giovane incontrerà per la prima volta durante il viaggio in treno verso Tokyo e in seguito, dopo il fallimento del volo di prova del suo primo aereo, durante le vacanze estive in una località turistica. Storia d'amore che esce un po' dai canoni ai quali ci ha abituato Miyazaki, dolce e delicata si, ma anche più adulta e sinceramente triste. Per molti versi direi - anche se il paragone tra le due opere è molto difficile - direi che ci avviciniamo molto alla storia d'amore tra Nagisa e Tomoyo in Clannad After Story. In tutte e due ci auguriamo un lieto fine ma solo in una veniamo accontentati.
Il tutto in una ambientazione quanto mai realistica e storica, dal terremoto del Kanto del 1923, all'alleanza nippo tedesca, alla crisi economica dello stesso Giappone e, ovviamente, allo spettro della seconda guerra mondiale.

Come ho detto nel cappello introduttivo valutare questo film mi pone in evidente imbarazzo. Non solo perché si tratta dell'ultimo film del maestro Miyazaki che durante la 70° Mostra del cinema di Venezia ha annunciato il suo ritiro in occasione della presentazione proprio di Kaze tachinu, ma anche perché questo film racchiude un po' tutto quello che è Hayao Miyazaki, dalle tematiche contro la guerra - ed anche se può sembrare un paradosso dato che questo film celebra il creatore di un caccia da guerra, paradosso che viene però smentito da quello che dice sia il conte Caproni che lo stesso protagonista -, all'importanza delle donne nelle sue storie - Naoko è una ragazza molto forte cosi come la sorella del protagonista che nonostante il periodo storico riesce ad entrare all'università e diventare medico - passando alla sua passione per le macchine volanti - Porco Rosso, Laputa, Kiki Deliver Service, sono tutti suoi film in cui la presenza di aeromobili è quasi la costante -.
Ma Kaze tachinu ha anche molti punti di contatto con il suo autore. Il padre di Miyazaki era un ingegnere aereonautico e come il protagonista di questa storia anche Miyazaki avrebbe voluto fare il pilota, sogno impossibile data la sua forte miopia.
Il finale del film, poi, con la scena del protagonista che si allontana, insieme al conte Caproni, su di un prato verde fino a scomparire dalla vista è quasi un voler dire addio da parte di Miyazaki ed appare pieno di poesia.
Per questo eviterò qualunque commento alla storia.

Dal punto di vista tecnico ben poco da dire. Le animazioni sono pulite e fluide mentre le ambientazioni sono quanto di più bello si possa vedere. Il design degli aerei, sia di quelli reali che di quelli di fantasia è semplicemente fantastico
Non ho apprezzato molto la scelta di far intrerpretare Jirō da Hideaki Anno, regista e amico di Miyazaki - Fushigi no umi no Nadia, Neon Genenesis Evengelion solo per citarne un paio -. La recitazione mi è apparsa un po' piatta e lo stacco tra la voce di Jirō da bambino e quella da adulto mi ha fatto un po' sobbalzare.
Le musiche, come sempre di Joe Hisaishi accompagnano benissimo il film e i vari momenti. La canzone dei titoli di coda, Hikōki-gumo di Yumi Matsutoya (del 1973) accompagna gradevolmente le immagini dei credits finali del film.

Kaze tachinu è un film da vedere?
Senza ombra di dubbio.
Si tratta, a mio avviso, di uno dei più film di Miyazaki - al primo posto c'è sempre Porco Rosso ma li non sono oggettivo dato che siamo quasi parenti - ed uno dei più bei film di animazione che ho mai visto e vale davvero la pena di vederlo.

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Trailer ufficiale (sub ita)

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