sabato 31 agosto 2013

Fallout 3 - Postman - Capitolo 3

Fallout 3 - Postman
cap 3 - missione in incognito
by: suinogiallo


Out of the ruins
Out from the wreckage
Can't make the same mistake this time
We are the children
The last generation
We are the ones they left behind
And I wonder when we are ever gonna change it
Living under the fear till nothing else remains


We don't need another hero
We don't need to know the way home
All we want is life beyond the thunderdome
(We don’t need another hero - Tina Turner)


Lo scenario era apocalittico.
Le granate avevano fatto scempio non solo dei banditi ancora vivi ma anche di quelli che erano già morti e ovunque volgevi lo sguardo vedevi solo pezzi di corpo e interiora oltre ad una quantità di sangue schizzato per ogni dove.
La cosa tuttavia non turbò più di tanto il vagabondo del vault 101. Ci si era dovuto abituare.
Nella zona contaminata la morte del tuo avversario significava la tua sopravvivenza e se avevi lo stomaco delicato non saresti potuto sopravvivere a lungo. Se prima di lanciare quelle granate si fosse chiesto quali sarebbero stati gli effetti e si fosse soffermato a pensare che quelli erano esseri umani come lui probabilmente non le avrebbe lanciate. E a quel punto sarebbe morto, la sua testa staccata dal corpo e consegnata come trofeo alla Compagnia dell’Artiglio in cambio della taglia.
Si mosse con cautela tra le gambe e le braccia sparpagliate, passò su di un tronco e cercò di non pestare una mano che stringeva ancora una pistola. Una .32. Sarebbe stata utile per i pezzi di ricambio.
La raccolse avendo cura di continuare a guardasi sempre intorno. La possibilità che ci fosse qualche bandito ancora vivo ci poteva essere e non voleva finire impallinato.
Continuò la sua esplorazione alla ricerca di roba utile mettendo insieme nel giro di pochi minuti un discreto bottino. Qualche decina di tappi, della armi e delle munizioni. I vestiti erano troppo rovinati e si limitò a raccogliere solo delle pezze che avrebbe usato come merce di scambio.
Nel vecchio mondo sarebbe stato chiamato sciacallo, in quel mondo era solo uno dei tanti che raccoglieva quello che a qualcuno non sarebbe più servito.
- E questo? - si chinò a raccogliere un cappello dall’aspetto familiare.

giovedì 29 agosto 2013

Marlene Shorts - In spiaggia

Personalmente non è che il mare mi attiri particolarmente. Le mie capacità natatorie sono sempre state molto scarse ed ho sempre nutrito un certo timore verso il grande elemento blu.
Sarà stato anche a causa di mia cugina che, quando eravamo molto piccoli, avremmo avuto sette, otto anni, nel tentativo di insegnarmi a nuotare dopo avermi portato dove non toccavo tolse il tappo alla ciambella che avevo intorno alla vita. Ho un ricordo vago di quello che accadde quel giorno. Ricordo il caldo, la sabbia, l’acqua che si alzava e i miei piedi che non toccavano più il fondo, e poi il volto sorridente di Marlene mentre toglieva il tappo alla mia ciambella a forma di drago.

Ricordo il gorgoglio dell’acqua e dell’aria intorno a me, la ciambella che si afflosciava ed io che, ragazzi, iniziavo a farmela sotto. Metaforicamente parlando, ovvio.
L’ultimo ricordo che ho è di me che iniziavo a dare qualche bracciata alla disperata per cercare di avvicinarmi a dove sapevo che i miei piedi avrebbero toccato il fondo senza che l’acqua fosse più alta di me. Poi non ricordo più nulla.
I ricordi riprendono da qualche minuto dopo. Io sdraiato sulla spiaggia, Marlene inginocchiata accanto a me con il volto rigato dalle lacrime e la nostra tata che, massiccia, ci osservava dall’alto.
Alla fine era stata proprio Marlene a salvarmi. Non so come, mi aveva afferrato e mi aveva trascinato fin sulla spiaggia sotto lo sguardo attento della tata e del bagnino che, da quello che mi dissero in seguito, era comunque pronto ad intervenire.
- A cosa pensi? - mi domandò improvvisamente Marlene raggiungendomi sotto l’ombrellone.
- A quando hai provato ad affogarmi! - le risposi sorridendo.
- Ancora! - mormorò imbronciando un po’ il viso - Sono passati quattro anni, potresti anche smettere di pensarci! - poi mi si sedette accanto sull’asciugamano che avevo steso all’ombra dell’ombrellone - Si è trattato solo di un piccolo incidente. Non credevo che togliendo il tappo quella stupida ciambella si sarebbe sgonfiata cosi rapidamente! -
- E poi mi sono spaventata anche io! Che credi! - continuò guardandomi stringendosi le braccia intorno al corpo quasi a mimare un tremito - Quando ho visto che iniziavi ad affondare mi sono presa un gran bello spavento! -
- Ma lasciamo perdere questi ricordi! - sorrise scattando in piedi - Piuttosto, non hai niente da dirmi? -
- Su cosa? - la guardai. In realtà avevo capito cosa intendeva. Il giorno prima era andata con la tata a cercare un nuovo costume da bagno, che poi era quello che stava indossando in quel momento, ed era ansiosa di sapere come le stava e, soprattutto, di ricevere qualche complimento.
- Secondo te? - fece una piroetta su se stessa.
- Non mi sovviene in mente nulla! - mormorai continuando a far finta di non aver capito cosa volesse.
- Sul serio? - mormorò guardandomi e abbassando lo sguardo leggermente. Diavolo, Marlene di solito era determinata e raramente si lasciava scoraggiare ma quelle poche volte che accadeva, beh, lo si notava davvero.
- Stai benissimo! - sorrisi infine vedendole tornare il sorriso sul volto.
- Sul serio? - continuò a sorridere quasi saltellando sul posto - Non me lo dici solo per farmi contenta? Magari questo costume mi ingrassa oppure mi fa sembrare goffa e strana, oppure il colore è assurdo o sarebbe stato meglio un bikini invece che un costume intero oppure… -
- Stai benissimo - le confermai di nuovo sorridendo. Ragazzi, Marlene sarebbe stata bene anche solo con un sacco di iuta addosso, con il vestito più anonimo, senza niente… a pensarci bene senza niente era, ed è, magnifica… ma con quel costume stava davvero bene.
Non sapevo se era il colore, quel verde brillante che si sposava alla perfezione con il colore dei suoi capelli, o il taglio che si adattava perfettamente al suo corpo, forse era tutto l’insieme ma di sicuro qualunque cosa fosse, diamine, le stava d’incanto.
- Sono contenta! - tornò a sedersi accanto a me - Ero indecisa tra questo ed un bikini, alla fine li ho presi tutti e due, ma questo era la mia prima scelta! -
- Ma adesso non pensare che ieri io abbia passato cinque ore a provare costumi da bagno solo per compiacerti! - aggiunse poi mostrando quel piccolo lato tsundere che possedeva e che tutto sommato non mi dispiaceva - L’ho fatto soprattutto per me! -
- E non ero per niente ansiosa di sapere il tuo giudizio - continuò iniziando a tracciare dei cerchi nella sabbia.

© 2013 suinogiallo

lunedì 26 agosto 2013

Disegnare utilizzando i layer

Prima di iniziare un paio di doverose precisazione.
Questo articolo e gli altri che seguiranno vengono non tanto da nozioni teoriche quanto da esperienza pratica fatta sul campo realizzando i vari disegni, e molti altri, presenti in questo blog. Sicuramente tra voi lettori ci sarà chi è molto più capace di me in queste cose ed apprezzerei, pertanto, se mi faceste notare errori o "scorciatoie" per ottenere più velocemente i risultati che descrivo.
La seconda, doverosa precisazione, è che io non so assolutamente disegnare. Credo di trovarmi più a mio agio disinnescando disgregatori quantici che con una matita in mano ma, grazie alle meraviglie della tecnica e di programmi magnifici, riesco a creare qualcosa. Questa mia piccola guida è rivolta, quindi, a chi come me vuole provare a disegnare ma non vi è assolutamente portato.
Gli altri... beh, prendessero carta e matita e disegnassero per conto loro!

sabato 24 agosto 2013

Fallout 3 - Postman - Capitolo 2

Fallout 3 - Postman
cap 2 - birota ignifero latice incita0
by: suinogiallo


My old man's that old man,
spent his life livin' off the land,
dirty hands, and a clean soul.
It breaks his heart seein' foreign cars,
filled with fuel that isn't ours
and wearin' cotton he didn't grow


he's got the red, white, and blue flyin' high on the farm
'Semper Fi' tattooed on his left arm,
spends a little more at the store for a tag in the back that says U.S.A.
won't buy nothin' that he can't fix,
with WD40 and a Craftsman wrench
he ain't prejudice he's just, Made in America.
(Made in America - Toby Keith)*





La mattina successiva Watarù e Ran vennero svegliati da un bussare insistente alla porta e dalla voce dello sceriffo Simms.
Watarù saltò giù rapidamente del letto afferrando la .44 magnum che teneva sempre a portata di mano. Megaton era un villaggio relativamente sicuro, protetto da alte mura e con uno sceriffo con le palle che gli fumavano, ma non si poteva mai sapere.
Senza dire una parola si diresse poi verso le scale che portavano al pianterreno della sua baracca lanciando solo uno sguardo verso Ran che, nello stesso momento in cui lui afferrava la pistola, si era alzata ed aveva preso la calibro .32 con cui stava facendo pratica in quei giorni.
- Watarù! - urlò di nuovo lo sceriffo Simms continuando a bussare alla porta.
- Che diavolo succede? - gli domandò il vagabondo spalancando la porta.
Lo sceriffo Simms doveva essere arrivato li di corsa e la cosa non piacque a Watarù. Ancor meno gli piacque il vedere che correndo doveva aver perso il cappello.

venerdì 23 agosto 2013

Come sono comodi questi cuscini...

Altra immagine che non ha nulla a che vedere con dei personaggi da me creati (e che quindi non ha un nome o un background - ma non è detto che prima o poi ci scriverò qualcosa sopra -).

L'immagine originale che ho... ehm... ripreso (modo molto political correct per dire che ho copiato) viene da uno dei tanti siti che ospitano immagini in rete (credo che questa venga da Konachan) ed aveva parecchi altri elementi che ho preferito non riprendere.
Il lavoro in questo caso non è stato semplice dato il gran numero di elementi che compongono l'immagine. I capelli ed il pigiama hanno preso gran parte del lavoro cosi come la colorazione mentre per il resto, devo dire, che si è trattata di ordinaria amministrazione.
Il disegno originale è stato realizzato con Procreate per iPad mentre la prima parte della colorazione l'ho fatta con Sketch Book sempre per iPad mentre la colorazione finale l'ho realizzata di nuovo con Procreate.
Sketch Book, infatti, ha uno strumento che Procreate non ha, il secchiello e quindi permette colorazioni di ampie zone in maniera rapida. Purtroppo, però, come molti sapranno, lo strumento secchiello presenta alcune limitazioni legate proprio al sistema che usa per riempire delle porzioni di disegno.

mercoledì 21 agosto 2013

Girl und Panzer

Vi avevo accennato qualcosa nella recensione di Upotte ed ora, finalmente, ecco qui la recensione di Girl und Panzer, anime del 2012-13 andato in onda dal 9 ottobre 2012 fino al 25 marzo del 2013 per un totale di 12 episodi (gli ultimi due episodi sono andati in onda tre mesi dopo il decimo episodio a causa di problemi con la produzione).
Definire Girl Und Panzer è difficile. Dal nome farebbe pensare ad un anime militare pieno di donne combattenti a bordo di imponenti carri armato, ed in effetti questa definizione un po’ ci si avvicina ma non è completamente esatta.
AniDB lo classifica come Clubs, Military, ed anche questa classificazione, tutto sommato, ci sta.
Il problema che Girl un Panzer non è solo questo.
Ma forse è meglio che vi descriva a grandi linee di cosa tratta.
La storia si svolge in un mondo in cui le scuole si trovano sopra imponenti navi molto simili alle nostre portaerei e in cui l’arte di manovrare i panzer (sensha-do) è una disciplina esclusivamente femminile che, però, non serve a preparare alla guerra ma, bensì, è intesa come un’arte marziale e molte scuole hanno dei club in cui, appunto, si pratica questa arte.
Ogni anno si svolge, poi, una competizione che mette l’una contro l’altra varie scuole, delle vere e proprie battaglie tra panzer che si svolgono su terreni diversi e che si concludono quando una delle due scuole riesce ad immobilizzare il panzer portabandiera della scuola avversaria.

domenica 18 agosto 2013

Marlene Shorts - Dormiano insieme?

- Robert - sussurrò Marlene entrando nella stanza e chiudendo la porta con delicatezza.
- Uhm - mormorai rigirandomi nel letto.
- Sei sveglio? - gli chiese Marlene rimanendo ferma accanto alla porta. Non era da lei essere cosi timida e per questo accesi la luce e mi soffermai a guardarla.
- Si - le dissi poi - cosa c’è? Un  brutto sogno? -
- No - rispose lei.
- Paura del temporale? - le chiesi allora.
- No - rispose di nuovo lei.
- Hai sentito qualche rumore strano? - domandai allora.
- No - scosse la testa a destra e sinistra.
Diavolo, non aveva avuto un incubo, non aveva paura del temporale, non aveva sentito nessun rumore strano. Cosa diavolo ci faceva, allora, alle due di notte nella mia stanza con l’aria di una che deve dirti qualcosa di importantissimo e non riesce a farlo.
- Qualcuno che hai conosciuto su di un sito di poesie ti sta inviando poesie d’amore e fiori? - le chiesi allora continuando a guardarla.
- Non siamo ad Hatsune-jima*, cugino! - rispose Marlene cogliendo la citazione di Robert.
- E allora cosa c’è? - le chiesi infine.
- Nulla! - sussurrò abbassando leggermente lo sguardo - E’ solo che ho voglia di dormire con te, ma non ho nessun motivo! 
- E quando mai ne hai avuto bisogno! - sorrisi allora spostandomi di lato nel letto per farle spazio - Vieni! -
E senza ulteriori indugi Marlene si precipitò nel letto infilandosi sotto le lenzuola.
- Buonanotte cugino - sorrise dandomi poi un leggero bacio sulle labbra.
- Buonanotte - sorrisi anche io rimettendosi sotto le lenzuola. Altra notte insonne, mi dissi poi, girandomi dall’altro lato.
Nessun problema a dormire insieme a Marlene, se solo non avesse avuto quella sua abitudine di sferrare calci durante il sonno...

Note:
* -  la citazione è relativa all’anime “Da Capo” 
(cfr. Da Capo, prima stagione episodio 9)

Per leggere la storia nel suo layout originale clicca qui.


© 2013 suinogiallo

sabato 17 agosto 2013

Fallout 3 - Postman - Capitolo 1


Fallout 3 - Postman

cap 1 - C’è posta per te
by: suinogiallo

Well, they say that you can never, never go back home
And if you're bound to wander, you're bound to be alone,

You say I've got no right, to feel what I feel
When I look into your eyes
But that I dream of you most every night
Comes as no surprise

Well, I've been out on this road, on my own
Far and wide, do I roam
But something in your eyes tells me
I'm almost home
(Jono Manson - Almost Home - soundtrack of The Postman)


- Sceriffo! - la voce di Joel, una delle guardie al cancello d'ingresso di Megaton riecheggiò all'improvviso - Sceriffo Simms, corra! -
- Cosa diavolo c'è Joel! - urlò a sua volta lo sceriffo Lucas Simms correndo con il fucile in mano verso il cancello pronto a dar battaglia.
- Se si tratta di nuovo di un falso allarme giuro che ti prendo a calci nel culo da qui fino a Rivet City! - urlò poi raggiungendo il cancello trafelato.
- Sceriffo - lo guardò il ragazzotto con l'aria di uno che si stava pentendo di essersi messo a strillare come un'oca impaurita - c'è un tizio di fuori! -
- Se non è alto due metri e mezzo ed è verde prepara il tuo culo! - lo guardò trucemente lo sceriffo passandosi una manica dello spolverino sulla fronte per detergersi dal sudore.
- No sceriffo - mormorò sempre più convinto che aveva commesso un terribile errore a mettersi a strillare in quel modo - non è verde ed è alto quanto lei! -
- Joel! - sibilò Simms - Chi diavolo c'è fuori dal cancello? -
- Dice di essere un postino e di avere una lettera per il vagabondo del vault 101! - disse tutto di un fiato aspettandosi di ricevere immediatamente dopo aver terminato la frase un calcio di quelli che non ti fanno sedere per mesi.
- Un cosa? - disse invece lo sceriffo.
- Un postino! - ripeté.

venerdì 16 agosto 2013

Passa palla...

Una pin up decisamente estiva.Si tratta di un disegno che ho realizzato in questi giorni che non ha nessun riferimento a storie o altro in programma. Semplicemente mi andava di realizzare quest'immagine ed ho deciso di utilizzarlo per battezzare questo nuovo tag su Padre Guinness Voices, immagini.L'immagine di partenza questa volta non è stata realizzata con 3D Custom Girl ma l'ho trovata online.Tutta la realizzazione è stata fatta usando Procreate per iPad compresa la colorazione e le ombreggiature che, per questo disegno, ho realizzato usando due tecniche diverse.La prima, classica, colorando usando tonalità più scure le zone in ombra, la seconda, utile per le zone con parecchi colori, usando la funzione seleziona di Procreate, e creando così una maschera nera con una opacità pari al quindici per cento.La colorazione è stata realizzata, come al solito, su più layer.L'immagine è stata salvata, infine, come file .png per salvare la trasparenza dello sfondo.
Come ultimo ritocco ho vettorializzato l'immagine per rendere più morbido il tratto.

giovedì 15 agosto 2013

Buon Ferragosto

Come da titolo, da me e da Ran un buon Ferragosto a tutti, vicini e lontani, amico e nemici, uomini e donne, animali e vegetali, amebe e platelminti, tenie e acari, deathclaw e mirelurk. 
A rileggerci presto.

Hasta Luego 

lunedì 12 agosto 2013

Ran

- C'è nessuno? - domandò aprendo la porta ed entrando.
- Ci sono io! - gli rispose all'improvviso una ragazza legata mani e piedi e gettata a terra vicino ad un vecchio frigorifero accanto al cadavere di un'altra ragazza a cui mancava un bel pezzo di carne sulla spalla destra. Il sangue rappreso agli angoli della bocca e sul mento della giovane ragazza ancora viva erano abbastanza significativi.
- Cosa c'è? Non dirmi che sei vegetariano! - ghignò vedendo il volto di Watarù esprimere perplessità e ribrezzo su quello che stava vedendo.
Aveva mangiato di tutto da quando era uscito dal Vault. Carne di scarafaggi, di formiche, spiedini di iguana, roba scaduta un secolo prima e altra roba che faceva ticchettare il contatore geiger che aveva sul suo PIP Boy 3000 come un matto, ma mai aveva anche solo pensato di dare un morso a qualcosa che veniva da un suo simile.
- Se non pensi a cosa è va bene lo stesso! - gli disse la ragazza - E' carne! Cazzo amico, era morta ed io ero ancora viva! Cosa dovevo fare? -
(...)
- Finisci di slegarmi o aspetti che arrivi qualcun'altro a salvarmi? - gli porse le mani ancora legate.
- Lo hai visto anche tu? - le disse ancora sorpreso da quella scena. Lo Yao Guai non era uno degli animali più docili della zona contaminata e vederne uno che non solo gli aveva salvato la pelle ma che, poi, se ne era andato via tranquillamente era uno spettacolo che mai e poi mai si sarebbe aspettato di vedere.
- Le corde! - gli ricordò di nuovo la ragazza - E si, l'ho visto anche io! Hai dato da mangiare ad uno di loro recentemente? -
- Si! - mormorò armeggiando con le corde - Perché? Non si fa? Era ad un centinaio di metri e gli ho lanciato un pezzo di carne di formica! -
- Ma da dove vieni? - scosse la testa - Da un vault? - solo allora si accorse del PIP Boy 3000 che gli cingeva parte dell'avambraccio sinistro - Non dirmi che sei quel tizio di cui Tre Cani parla alla radio? -
- Tutte esagerazioni! - si premurò di dirle mentre con lo sguardo perquisiva la baracca alla ricerca di qualcosa di utile da prendere. Tranne il cadavere sbocconcellato non vide nulla di interessante e, con una alzata di spalle vi si diresse iniziando a spogliarlo.
- Ehi! - lo fermò la ragazza - Non mi dirai che ti fa schifo dargli un morso ma che non disdegni affondarci dentro il tuo coso! -
- Non sono un necrofilo! - si voltò di scatto - Però questi abiti sono in buone condizioni e lasciarli qui sarebbe uno spreco! -
- E' mia sorella! - si lamentò poi la ragazza - E se qualcuno deve spogliarla quella sono io! -
- Ma se non ci fossi stato io, tu a quest'ora eri nella padella di qualche supermutante! - controbatté Watarù deciso ad impossessarsi di qualunque cosa utile avesse trovato sul corpo del cadavere sbocconcellato - E magari, prima di farti arrosto si divertivano anche a vedere se il loro cosone riusciva a entrare nella tua cosina! -
Di solito non era così rapace e tutto sommato la maglietta sbrindellata ed i pantaloni che indossava il cadavere potevano valere si e no un paio di tappi ma aveva deciso di non darla vinta a quella cannibale.
- Tre Cani parla bene di te! - lo guardò sconcertata.
- Al diavolo anche lui! - sbottò alla fine lasciando perdere la perquisizione della salma - Siamo qui fuori, nella zona contaminata e non dentro quella cazzo di radio, protetti da decine di uomini armati pesantemente. Cosa diamine vuoi che ne sappia lui di cosa è la vita qui fuori? Qualcuno gli riporta qualche cosa e lui poi ci arzigogola sopra! -
- Che schifo! - lo guardò schifata - Ma non può farla da qualche altra parte? -*
Cosi Watarù incontrò per la prima volta quella che sarebbe diventata la sua compagna, Ran.

domenica 11 agosto 2013

Fallout 3 - Postman - Preview

- Sceriffo! - la voce di Joel, una delle guardie al cancello d'ingresso di Megaton riecheggiò all'improvviso - Sceriffo Simms, corra! -
- Cosa diavolo c'è Joel! - urlò a sua volta lo sceriffo Lucas Simms correndo con il fucile in mano verso il cancello pronto a dar battaglia.
- Se si tratta di nuovo di un falso allarme giuro che ti prendo a calci nel culo da qui fino a Rivet City! - urlò poi raggiungendo il cancello trafelato.
- Sceriffo - lo guardò il ragazzotto con l'aria di uno che si stava pentendo di essersi messo a strillare come un'oca impaurita - c'è un tizio di fuori! -
- Se non è alto due metri e mezzo ed è verde prepara il tuo culo! - lo guardò trucemente lo sceriffo passandosi una manica dello spolverino sulla fronte per detergersi dal sudore.
- No sceriffo - mormorò sempre più convinto che aveva commesso un terribile errore a mettersi a strillare in quel modo - non è verde ed è alto quanto lei! -
- Joel! - sibilò Simms - Chi diavolo c'è fuori dal cancello? -
- Dice di essere un postino e di avere una lettera per il vagabondo del vault 101! - disse tutto di un fiato aspettandosi di ricevere immediatamente dopo aver terminato la frase un calcio di quelli che non ti fanno sedere per mesi.
- Un cosa? - disse invece lo sceriffo.
- Un postino! - ripeté.
- Joel, ragazzo mio - scrollò la testa - ti ricordi dove siamo? Cos'è successo parecchi decenni or sono? Che cosa c'è li fuori? - poi, alzando la voce - Cosa cazzo vuol dire che c'è un postino? Chi cazzo vuoi che si metta a scrivere lettere? E soprattutto, chi cazzo vuoi che si metta a consegnarle? - poi armò il fucile e, scostato bruscamente il ragazzo si diresse verso il cancello.

martedì 6 agosto 2013

Caldo...

Fa caldo.
Diavolo se fa caldo...
Lo so, non c'è bisogno che ve lo dica io. Guardando le previsioni del tempo sembra di star ascoltando quelle dell'inferno. Arriva Caronte, dagli occhi di bracia, dopo di lui passa Stige e poi chi ci dovremo aspettare? Cerbero?
L'unica cosa certa è che si bolle.
Di fuori non so che temperatura c'è, ma dentro casa lo so.
Ventinove gradi con il quarantotto per cento di umidità. Con tutto il ventilatore modello grande tifone di Mazinga piantato sulla schiena.
Avevo chiesto a quelli di Leroy Merlin di far venire direttamente il dottor Kenzo Kabuto ad installarmelo ma mi hanno detto che era occupato e quindi mi sono dovuto accontentare di Boss.