sabato 31 agosto 2013

Fallout 3 - Postman - Capitolo 3

Fallout 3 - Postman
cap 3 - missione in incognito
by: suinogiallo


Out of the ruins
Out from the wreckage
Can't make the same mistake this time
We are the children
The last generation
We are the ones they left behind
And I wonder when we are ever gonna change it
Living under the fear till nothing else remains


We don't need another hero
We don't need to know the way home
All we want is life beyond the thunderdome
(We don’t need another hero - Tina Turner)


Lo scenario era apocalittico.
Le granate avevano fatto scempio non solo dei banditi ancora vivi ma anche di quelli che erano già morti e ovunque volgevi lo sguardo vedevi solo pezzi di corpo e interiora oltre ad una quantità di sangue schizzato per ogni dove.
La cosa tuttavia non turbò più di tanto il vagabondo del vault 101. Ci si era dovuto abituare.
Nella zona contaminata la morte del tuo avversario significava la tua sopravvivenza e se avevi lo stomaco delicato non saresti potuto sopravvivere a lungo. Se prima di lanciare quelle granate si fosse chiesto quali sarebbero stati gli effetti e si fosse soffermato a pensare che quelli erano esseri umani come lui probabilmente non le avrebbe lanciate. E a quel punto sarebbe morto, la sua testa staccata dal corpo e consegnata come trofeo alla Compagnia dell’Artiglio in cambio della taglia.
Si mosse con cautela tra le gambe e le braccia sparpagliate, passò su di un tronco e cercò di non pestare una mano che stringeva ancora una pistola. Una .32. Sarebbe stata utile per i pezzi di ricambio.
La raccolse avendo cura di continuare a guardasi sempre intorno. La possibilità che ci fosse qualche bandito ancora vivo ci poteva essere e non voleva finire impallinato.
Continuò la sua esplorazione alla ricerca di roba utile mettendo insieme nel giro di pochi minuti un discreto bottino. Qualche decina di tappi, della armi e delle munizioni. I vestiti erano troppo rovinati e si limitò a raccogliere solo delle pezze che avrebbe usato come merce di scambio.
Nel vecchio mondo sarebbe stato chiamato sciacallo, in quel mondo era solo uno dei tanti che raccoglieva quello che a qualcuno non sarebbe più servito.
- E questo? - si chinò a raccogliere un cappello dall’aspetto familiare.

Ne aveva già visto uno, neanche tanto tempo prima.
- E’ il cappello di un postino! - gli disse improvvisamente Kevin avvicinandoglisi.
Colto di sorpresa Watarù si voltò di scatto puntando la pistola, poi l’abbassò vedendo che si trattava del postino.
- Posso chiederti come hai fatto a tirare quelle granate fin qui? - gli domandò poi Kevin - Da dove ti trovavi era una bella distanza! -
- Fionda! - rispose tenendo in mano il cappello - C’era la storia di un ragazzetto che con una cosa del genere aveva buttato giù un gigante, io mi sono limitato solo a lanciarci delle granate! -1
- Non so di cosa stai parlando! - mormorò Kevin scuotendo la testa. Diavolo, si disse, era proprio vero che quelli che uscivano dai vault avevano qualcosa in più rispetto a tutti gli altri. E non si riferiva solo al Pip Boy!
- Cosa pensi ci faccia qui un cappello da postino? - gli domandò poi porgendoglielo.
- Non ne ho idea? - mormorò prendendolo e iniziando a rigirarselo tra le mani. Watarù notò che ad un certo punto il volto di Kevin si fece più bianco. Durò poco ma non sfuggì comunque al vagabondo.
- Posso tenerlo? - gli chiese poi - Se vuoi, ho dei tappi! -
- Di cianfrusaglie del genere ne ho già parecchie! - mormorò - Anche se questo è un pezzo unico e potrebbe fare bella figura di se nella mia collezione! -
Era vero che Watarù adorava collezionare alcuni oggetti rari o unici e d’altronde poteva permetterselo. Durante il suo vagabondare per la zona contaminata aveva raccolto una tale quantità di tappi che poteva permettersi il lusso di tenere delle cose per se senza doverle necessariamente venderle.
E quel cappello era una di quelle cose che adorava collezionare e gli sarebbe piaciuto tenerselo ma, aveva visto lo sguardo di Kevin quando gli aveva chiesto se poteva prenderlo.
Quando lo aveva raccolto aveva visto che all’interno c’era una piccola scritta che gli era parsa un nome e, si disse, magari apparteneva ad un suo amico.
- Posso darti il mio se vuoi! - gli disse improvvisamente Kevin - Insieme a dei tappi! -
- A chi apparteneva? - gli domandò Watarù prendendo di sorpresa Kevin che trasalì.
- Immagino che siano queste le qualità che fanno di te la persona di cui si parla in giro! - sorrise - Era di una ragazza, Jenny Stilson! -
- La tua ragazza? - gli chiese allora Watarù.
- Lo avrei voluto! - sorrise malinconicamente - Ma era solo una mia amica di infanzia! Siamo cresciuti insieme a Goodsprings e io sono diventato un postino solo per seguire lei! - poi guardò di nuovo il cappello - L’ultima volta che l’ho vista è stata la sera prima di partire per venire qui! -
- E cosa ci fa il suo cappello qui? - domandò poi Watarù.
- Non lo so! - scosse la testa guardando poi verso il punto in cui aveva visto i banditi superstiti scappare - Ma magari loro lo sanno! Ma chi lo sa dove sono andati! -
- Paradise Falls - mormorò Watarù raccogliendo un collare da schiavo - probabilmente erano schiavisti o comunque banditi che fanno affari con loro! Ed è comunque un posto buono come un altro per iniziare a cercare! -


- Non ho capito cosa vorresti fare! - sbottò lo sceriffo Simms guardando Watarù e sbattendo i pugni sul tavolo.
Erano tornati a Megaton e mentre una squadra di recupero guidata da Joel era andata a recuperare i rottami del sidecar e Ran aveva accompagnato Moira a casa sua, Watarù e lo sceriffo si erano diretti verso la casa del vagabondo.
- D’accordo, tu sei l’ultima speranza dell’umanità, il vagabondo del vault 101, il tizio capace di scendere dentro un nido di formiche giganti per far fuori una regina e prendere i suoi ferormoni per aiutare una ragazza a conquistare il suo amore2 - continuò Simms - sei anche l’unico che conosco che è andato due volte a Point Lookout e ne è tornato tutto intero3 ma quello che stai pensando di fare le batte tutte! - poi si versò un’abbondante dose di scotch e si sedette - Ti ricordi l’ultima volta che sei stato a fare una visitina a Paradise Falls? -4
- Quando ti abbiamo tirato fuori dalla gabbia eri più vivo che morto e se non sei finito a suonare l’arpa su di una nuvoletta è stato solo grazie al coraggio di una ragazzina!4 - disse poi scolandosi lo scotch e versandone un’altra abbondante dose - E adesso vuoi tornarci? E credi che gli schiavisti ti accoglieranno a braccia aperte? Dopo quello che gli abbiamo combinato sarà una fottutissima fortuna se non ti prenderanno di mira con un fat man avendo cura di fare in modo che di te non rimanga neanche un capello! -
- Ho un piano per entrare! - gli disse Watarù - Se non mi riconoscono sarà facile! -
- La tua faccia è più conosciuta della merda di bramino! - quasi ululò Simms - Senza contare il tuo Pip Boy ed il fatto che sei sempre in compagnia di una biondina che non ti si scolla di dosso neanche per fare pipi! -
- Lascerò qui il Pip Boy e Ran! - gli spiegò - Moira ha uno shampoo in grado di cambiare il colore dei capelli e mi farò crescere la barba insieme ai baffi! Nessuno sarà in grado di riconoscermi! -
- A Ran lo hai già detto? - sogghignò lo sceriffo.
- Detto cosa? - domandò improvvisamente Ran entrando nella stanza.
- Io vado a vedere se a Moira serve qualcosa! - esclamò Simms alzandosi ed uscendo rapidamente dalla stanza.


- D’accordo! - disse inaspettatamente Ran dopo aver ascoltato ciò che voleva fare Watarù.
- D’accordo? - la guardò basito.
- Il braccio di Moira non guarirà che tra una decina di giorni e non voglio lasciarla sola - gli disse - c’è il lavoro allo spaccio e poi, vuole mettersi subito a riparare il sidecat. Le serve aiuto e qui a Megaton non è che abbia molti amici! - poi gli piantò un dito contro il petto - Ma questo non vuol dire che io sia contenta di quello che vuoi fare! E’ solo che immagino che tu non voglia aspettare che Moira guarisca e non voglio litigare con te! -
- So che se ti chiedessi di non andare tu non andresti! - continuò - Ma questo potrebbe farci litigare e non voglio che questo accada! -
- Ran - sussurrò Watarù sentendo i suoi propositi iniziare a farsi meno convinti.
- Quindi sono d’accordo con la tua idea! - terminò - Ma a due condizioni! La prima è che voglio che tu mi prometta che tornerai! -
- Sarà mia massima cura! - sorrise.
- La seconda, invece - sogghignò - fin quando non sarai tornato come sei adesso niente sesso! Mi sembrerebbe di starti tradendo se facessi l’amore con un ragazzo che non ti somiglia! -
- Va bene! - il sorriso di Watarù fu meno convinto.
- Bene! - lo prese per le mani - E visto che lo shampoo di Moira ti farà rimanere i capelli di un colore diverso per molto tempo sarà meglio che ci dedichiamo a recuperare tutto il tempo che perderemo quando sarai tornato! -


La mattina dopo Watarù e Ran, alquanto esausti, si recarono da Moira per chiederle se aveva ancora lo shampoo di cui gli aveva parlato tempo addietro.
A parte il braccio appeso al collo e tenuto fermo da una steccatura sembrava quasi che non fosse successo nulla. La ragazza aveva lo stesso sorriso di sempre e quando Watarù le spiegò cosa aveva in mente gli occhi le brillarono.
- Se quello che ti serve è un travestimento in grado di non farti riconoscere potremmo chiedere a Doc di farti una plastica facciale! - iniziò a dire - E poi ci sarebbero alcune sostanze mutagene che mi piacerebbe sperimentare! -
- Deve essere qualcosa da cui si possa tornare indietro facilmente! - mormorò Watarù guardando Ran. Diavolo gente, l’ultima cosa che il vagabondo voleva in quel momento era un cambio completo e irreversibile dei connotati.
- E credi che solo tingendoti i capelli e facendoti crescere la barba riusciresti a non farti riconoscere! - scosse la testa Moira - pensi che quelli che ti cercano per intascare la taglia non si siano mai posti il problema che potresti travestirti per non farti trovare? Molti sono cacciatori di taglia professionisti ed hanno l’occhio allenato a riconoscere la loro preda, anche se questa si è tagliata i capelli o si è fatta crescere una barba tipo Babbo Natale! -
- Per questo ci vuole qualcosa di più radicale! - sorrise poi - Un braccio in meno, qualche chilo in più, un naso più accentuato e magari anche qualche piaga da radiazioni sparsa qui e li! -
Watarù la guardò indeciso se prenderla sul serio o meno, poi vide il brillio negli occhi della ragazza e decise che non stava affatto scherzando.
- So che Doc ha praticato in passato alcuni interventi di chirurgia plastica - continuò - anche se è stato nel passato non credo abbia perso la mano! -
- Non se ne parla nemmeno! - sbottò improvvisamente Ran - Va bene tingergli i capelli e fare qualcosa per la barba. Va bene anche fargli prendere qualche chilo, ma niente di più! -
- Ed io che speravo di avere nuovo materiale per un nuovo capitolo della mia guida di sopravvivenza nella zona contaminata - sogghignò Moira - avevo già in mente anche il titolo, come sopravvivere se ti danno la caccia per tagliarti la testa! -
- Comunque si, ho ancora quello shampoo! - disse poi facendo la faccia offesa - Ed ho anche qualcosa per accellerare la crescita della barba. Immagino tu vada di fretta e non vuoi aspettare che ti cresca da sola! -
Su questo Moira aveva ragione pensò Watarù. Per farsi crescere i baffi, quando era nel vault, ci aveva impiegato quasi quindici giorni e, per quanto riguarda la barba, beh, tranne qualche peletto sparuto sul mento e sulle guancie non è che gliene fosse mai cresciuta molta.
D’accordo, non è che ci fosse proprio fretta di andare a cercare notizie dell’amica di Kevin, in fondo non sapevano di preciso cosa le fosse successo, magari aveva solo perso il cappello e in quel momento era sana e salva da qualche parte. Il vero problema era Ran.
Aveva deciso di non seguire Watarù solo per poter dare una mano a Moira ma, una volta che il braccio della ragazza fosse guarito quel motivo sarebbe venuto meno e sarebbe stato difficile, diciamo impossibile, costringerla a rimanere a casa.
- D’accordo! - decise infine Watarù.
- E allora mettiamoci al lavoro! - sorrise chiedendo poi a Ran di uscire. Certe cose dovevano avere meno spettatori possibili - Soprattutto se qualcosa va storto! -
Moira aveva un modo tutto per metterti a proprio agio, non c’è che dire!


- Ma cosa abbiamo qui? - esclamò improvvisamente lo sceriffo Simms fermando un vagabondo che gironzolava per le viuzze di Megaton - Come hai fatto ad entrare? Chi sei? Cosa vuoi? - poi impugnando il suo fucile - Io sono lo sceriffo Simms e qui sono la legge! Comportati bene e non avrai problemi con me, comportati male e ti ammazzo, ruba qualcosa e ti ammazzo, scorreggia troppo rumorosamente e ti ammazzo, gironzola troppo intorno allo spaccio di Moira e ti ammazzo, rompi i coglioni al vagabondo del vault 101 e ti ammazzo, rompi i coglioni alla donna del vagabondo del vault 101 e ti ammazza lui! -
- Accidenti che benvenuto! - sogghignò sotto la barba lunga e folta il vagabondo - Mi chiamo Moroboshi, Atarù Moroboshi5 e vengo da Reston. Sono qui per cercare lavoro! -
Lo sceriffo lo squadrò con attenzione cercando di inquadrare quel tizio. Diavolo, si disse poi, come aveva fatto ad entrare senza che nessuno lo avvisasse!
Aveva dato ordine preciso a tutte le guardie di avvisarlo subito non appena uno sconosciuto metteva piede dentro Megaton, soprattutto se aveva un aspetto losco e poco raccomandabile. Il che voleva dire la maggior parte della gente che viveva da quelle parti.
Non si vive nella zona contaminata senza assumerne un po’ l’aspetto.
Ma quel tizio non solo aveva un aspetto losco e poco raccomandabile, c’era qualcosa in lui che lo faceva sembrare davvero pericoloso.
E non era per i capelli, di un rosso che sembrava quasi innaturale, e per la barba dello stesso colore che gli copriva praticamente tutto il volto dal naso in giù. E neanche per la benda nera che gli copriva l’occhio sinistro.
Indossava un giaccone tenuto in vita da una grossa cinta di cuoio alla quale era appesa una fondina con dentro una .44 magnum. Intorno al torso, poi, due grosse bandoliere erano sistemate diagonalmente a formare una X mentre dietro la schiena si portava un fucile d’assalto ed una spada da samurai. Nel complesso dava l’idea del cacciatore di uomini più che di altro e questo a Simms non piacque molto.
- Ti porti dietro un bel po’ di ferraglia! - gli disse poi lo sceriffo - Che tipo di lavoro stai cercando? -
- La zona contaminata non è certo un posto che si può visitare disarmati! - sogghignò di nuovo - Sul lavoro, beh, qualunque mi permetta di guadagnare qualche tappo! Me la cavo bene a riparare le cose e a far fuori la gente! - poi sorridendo - Quest’ultima cosa è la mia specialità! -
- Non abbiamo bisogno di nessuna di queste due professioni! - decise lo sceriffo - Ti accompagno alla porta! - poi fece il gesto di afferrarlo per un braccio ma il vagabondo fece un rapido scarto all’indietro.
- E se io non volessi andarmene! - disse poi il vagabondo fissando lo sceriffo con l’unico occhio buono.
- Direi che se cercavi guai li hai trovati! - ghignò puntandogli contro il fucile - Da questa distanza posso aprirti un buco nella pancia abbastanza grande da farci passare un ratto talpa obeso! -
I due si squadrarono per alcuni istanti poi il vagabondo scoppiò a ridere lasciando basito lo sceriffo che, però, si guardò bene dall’abbassare il fucile.
- Se neanche tu mi hai riconosciuto significa che Moira ha fatto davvero un gran bel lavoro! - disse poi il vagabondo cambiando la tonalità della voce.
- Watarù? - lo guardò perplesso lo sceriffo.
- Sono proprio io! - sorrise togliendosi la benda nera dall’occhio - Scusami, ma dovevo verificare che il travestimento fosse a prova di riconoscimento e mi serviva una cavia! -
- Non giocare troppo con il fuoco ragazzino! - sbottò lo sceriffo - Stavo per farti saltare la testa! - poi abbassò il fucile - Cosa cazzo vuol dire questa cosa? -
- Andiamo da Moira - gli disse rimettendosi la benda - e comportati come se non mi conoscessi e volessi tenermi d’occhio! Ti spiegherò tutto! -


- Watarù! - esclamò Ran non appena il vagabondo entrò nello spaccio di Moira lasciando di stucco sia lui che Moira.
- Questo sarebbe il travestimento che intendi usare? - lo guardò - Solo un cieco potrebbe caderci! -
- Come hai fatto a riconoscerlo? - le chiese lo sceriffo.
- Dalla forma del volto sotto la barba, dal suo modo di camminare, da come respira, dal colore e dalla forma degli occhi - rispose senza esitazioni - questo travestimento non ingannerà nessuno! -
- Nessuno che non lo conosca come lo conosci tu! - sorrise poi Moira - Come è andata con Lucas? -
- Per poco non mi faceva saltare la testa! - sorrise Watarù.
- Direi, quindi, bene! - continuò a sorridere Moira.
- Mi spiegate cosa sta succedendo qui? - sbottò poi lo sceriffo iniziando a perdere la pazienza.
Rapidamente, a quel punto, Watarù iniziò a spiegare a Simms il suo piano aggiungendo che non avrebbero detto a nessuno che quel vagabondo monocolo in realtà era il vagabondo del vault 101. Neanche a Kevin.
- Meno persone conoscono la mia vera identità e meglio sarà! Compreso Kevin, non lo conosciamo e potrebbe decidere di vendermi per avere informazioni riguardo alla ragazza che sta cercando! - concluse poi Watarù - A Kevin dirai che si tratta di un nostro personale regalo, un mercenario arrivato da poco in città assoldato per aiutarlo a cercare la ragazza! -
- Una persona di cui non ti fidi? - lo guardò sorpreso Simms - Diavolo, non mi dirai che ti sta iniziando a crescere un po’ di buon senso dentro quella testa? -
- Ti ricordi Lucas? - gli disse - Sono già stato a Paradise Falls e non è stata una esperienza piacevole! Gradirei evitare di ripeterla e quindi prendo tutte le precauzioni del caso! -
- Allora sarebbe meglio lasciar perdere tutto! - esclamò lo sceriffo - Domani caccio a calci nel culo il postino spedendolo ad aprire il suo ufficio postale a Big Town e chiudiamo qui la questione! -
- Non è soltanto per lui che voglio andare a Paradise Falls - gli rivelò - frugando tra le cose dei banditi ho trovato una pezza di stoffa blu con quello che rimane di un uno giallo. Potrebbe essere un pezzo di una tuta del vault 101 e da quello che sappiamo, ultimamente, solo due persone sono uscite da quel vault!6 -
- Tu... - mormorò Ran - e tuo padre! -
- Già! - disse - Potrebbe essere una pista che non porta da nessuna parte ma voglio comunque andarne a vedere la fine! -
- E come pensi di chiedere agli schiavisti se sanno qualcosa senza suscitare dei sospetti! - mormorò poi lo sceriffo - Grazie a Tre Cani tutti sanno che stai cercando tuo padre e potrebbe fargli venire dei sospetti! -
- Inventerò qualcosa! - disse poi.
- Al diavolo! - sbottò infine lo sceriffo - Stai per andare a cacciarti in un pozzo di merda, lo sai? - poi si voltò verso Ran e Moira - E voi? Non dite nulla? -
- Non riusciremmo mai a convincerlo! - disse Moira - E tu dovresti saperlo! E’ più cocciuto di te quando ci si mette! -
- E poi è suo padre! - aggiunse Ran - Lo sta cercando da quando è scappato dal vault! - poi si voltò verso Watarù - Io non voglio che corra dei rischi, vorrei che rimanesse qui, ma so che non posso chiederglielo! -
- Fate come diavolo vi pare, ma non venite poi a chiedermi di organizzare una squadra di soccorso se dovesse tardare a tornare! - decise infine lo sceriffo - Seguimi, ti troverò un letto nella casa comune e ti presenterò al postino dicendogli che io e il vagabondo del vault 101 ti abbiamo assunto per aiutarlo nella sua ricerca. Come ringraziamento per averci aiutati a salvare Moira! -
- Ci rivedremo presto! - sorrise Watarù uscendo dallo spaccio di Moira seguito dallo sguardo delle due ragazze.
- Mettiamoci al lavoro! - disse improvvisamente Moira dopo che lo sceriffo e Watarù furono usciti - Dobbiamo rimettere insieme il sidecar e renderlo di nuovo funzionante! -
- Credi che avrei dovuto fermarlo? - le domandò Ran guardandola.
- Sono sicura che se ci avessi provato ci saresti riuscita - le sorrise Moira indicandole una chiave inglese - mi serve quella e quel sensore li - poi scese insieme a Ran nell’officina sotto allo spaccio.7
- E adesso vediamo di rimettere insieme tutti i pezzi! - disse poi avvicinandosi ai rottami che gli uomini dello sceriffo avevano finito di riportarle quella mattina.
- Ma poi ti saresti sentita in colpa per averlo costretto a fare quello che vuoi! - concluse Moira con un sorriso - Watarù non è uno stupido, se dovesse rendersi conto che la cosa si fa troppo pericolosa si tirerà indietro! -
- Non ci credi neanche tu, vero? - la guardò.
- Dimmi la verità - le domandò allora Moira - se non dovesse tornare? Se dovessimo ricevere la notizia che è stato ucciso dalla Compagnia dell’Artiglio o dagli schiavisti, o da qualche animale, cosa faresti? -
- Ci ho pensato qualche volta! - le confidò - Non lo so! Mi sono sempre detta che comunque andrà tornerà e che quindi era inutile stare a pensarci! -
- Tornerà anche questa volta! - le sorrise poi Moira - Se non altro per evitare di darti il dispiacere di aver sbagliato! -


- Per stanotte dormirai qui! - Simms lo spinse quasi con brutalità dentro la casa comune.
- Bel posto! - ghignò Watarù guardandosi intorno - Le cimici sono gratuite o occorre pagarle a parte? -
- Postino! - urlò lo sceriffo non degnando minimamente Watarù - Vieni qui! -
- Cosa c’è sceriffo? - gli domandò avvicinandosi ai due - Se è per chiedermi di nuovo quando leverò le tende non si preoccupi, me ne andrò domani mattina! -
- Mi fa piacere sentirtelo dire - sorrise - ma non è questo il motivo per cui ti ho chiamato! - poi gli indicò il vagabondo - Questo tizio qui sarà la tua scorta! -
- Non ho bisogno di una guardia del corpo! - scosse la testa - E comunque non potrei permettermi di pagarlo! -
- Su questo non ci sono problemi - lo tranquillizzò Simms - ci hai dato una mano per salvare Moira e i debiti qui siamo abituati a pagarli! - poi si voltò verso il vagabondo - Si chiama Atarù Moroboshi ed è un libero professionista! Pagheremo io e Watarù il suo compenso! -
- Un cacciatore di taglie? - mormorò Kevin.
- Faccio un po’ di tutto biondino! - grugnì Watarù cercando di fare la voce più cattiva che poteva - Ammazzare o proteggere, non c’è molta differenza in fondo! In tutti e due i casi ammazzo qualcuno e mi pagano per farlo! -
- Venti tappi al giorno ed altri cinquecento se ce lo riporti tutto intero! - contrattò Simms voltandosi verso Watarù - Se ce lo riporti con qualche buco in più rispetto a quelli che ha di base va bene lo stesso. Basta che sia vivo! -
- Trenta tappi al giorno e mille per riportarlo qui vivo! - rilanciò Watarù - Questo biondino non sembra essere capace neanche di pulirsi il culo da solo, proteggerlo sarà difficile! -
- Sono arrivato fin qui da New Vegas, da solo! - esclamò Kevin - E penso di essere capace di badare a me stesso! -
- Stai pensando di andare a Paradise Falls! - intervenne lo sceriffo - Quel posto raccoglie la più alta concentrazione di schiavisti, tagliagole, predatori, figli di puttana e depravati di tutta la zona contaminata! -
- Una sola parola sbagliata e il minimo che ti potrà capitare li dentro sarà il non poterti sedere per una settimana! - aggiunse Watarù continuando a fare la voce bassa e gutturale.
- Ci provassero a prendermi a calci nel culo! - cercò di sorridere Kevin.
- Ti sodomizzeranno con tutto quello che gli capiterà in mano! - gli spiegò lo sceriffo - Cazzi, bastoni, fucili, bottiglie di Nuka Cola, carrelli della spesa! E se sarai fortunato non faranno nulla al tuo pistolino! - aveva l’aria vagamente divertita - Sai, mi disse una volta un tizio, che ci sono alcune persone che adorano il salsicciotto alla griglia. E se viene cotto mentre è ancora attaccato al suo proprietario dicono che sia ancora più buono! -
La sicurezza di Kevin iniziò a vacillare leggermente.
Certo, era riuscito ad arrivare li da New Vegas, ma si era sempre tenuto lontano da chiunque ed aveva evitato tutti i posti dove ci potesse essere del pericolo. E se proprio era incappato in qualche pericolo aveva fatto ricorso alle sue gambe. Se c’era una persona capace di correre più veloce di un deathclaw, quello era lui.
- Facciamo così, Moroboshi - disse poi lo sceriffo - venti tappi al giorno e mille se ce lo riporti vivo. E non farò storie se il suo pistolino è diventato la portata principale di un gourmet!8 -
- Anticipami dieci giorni e l’affare è fatto! - concluse Watarù.
- Li avrai domani mattina, al cancello! Quando partirete! - chiuse l’accordo lo sceriffo poi, rivolgendosi a Kevin - Postino, non lo stiamo facendo per te o per quella tua cazzata dell’ufficio postale, ma solo perché ne a me ne al vagabondo del vault 101 piace avere debiti in sospeso! Ci hai aiutato a salvare Moira e questo è il nostro ringraziamento, ma quando sarà tutto finito fai in modo di non farti rivedere da queste parti! Altrimenti oltre al salsicciotto alla griglia ci saranno anche due coglioni caramellati! -
- D’accordo! - mormorò Kevin. Dove diavolo era finito? Ne aveva conosciuta di gente tosta e Taritha, il suo capo, non scherzava ma, accidenti, in confronto a quello sceriffo erano dei bambinetti.
- Io vado a dormire! - lo salutò Watarù avvicinandosi ad un letto già occupato facendone sloggiare l’occupante con un calcio.
Certo che se Watarù decideva di impersonare un ruolo vi si calava davvero fino in fondo. Quando il povero diavolo che era stato gettato giù dal letto provò a reagire Watarù lo osservò con uno sguardo freddo dicendogli, poi, che se voleva poteva mandarlo a dormire da qualche altra parte. Per sempre.
E senza dire altro, appoggiò il fucile e la spada ad un lato del letto, a portata di mano, e si sdraiò.
Kevin, invece, si sistemò su di una sedia e si appisolò li chiedendosi se sarebbe mai tornato vivo, o integro, nella sua stanza a New Vegas.


Per l'ambientazione e alcuni personaggi © Bethesda Softworks
Per la storia e i personaggi originali © 2013 suinogiallo


Note:
1 - Nel mondo di Fallout non c’è nessuna fionda ma si tratta di un’arma così semplice che mi sembra impossibile che non possa esistere. Il ragazzetto che cita Watarù è Davide e il gigante è Golia.
2 - Si tratta di una quest che il giocatore riceve a Rivet.
3 - Vedi Ritorno a Point Lookout.
4 - Vedi Rin.
5 - Piccolo omaggio al protagonista maschile di Uruseiyatsura.
6 - Non c’è alcuna quest di questo genere in Fallout 3
7 - Nel gioco originale (senza mod) non c’è nessuna officina sotto lo spaccio di Moira.

8 - Sia in Fallout 3 che in Fallout New Vegas il cannibalismo è presente quindi non mi stupirei se in un mondo violento come quello di Fallout ci sia qualcuno a cui piacciono certe prelibatezze.

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