lunedì 2 settembre 2013

Disegnare... for dummies



Di solito chi scrive una guida su qualche cosa è particolarmente ferrato su quella determinata cosa.
Difficilmente troverete una guida su come riparare un aspirapolvere scritta da qualcuno che non sa neanche come, un aspirapolvere, si accende.
Quindi, si suppone che il sottoscritto, estensore di questa guida sul disegno, sia un abile disegnatore. Nulla di più sbagliato. Anche se l’immagine che vedete qui di fianco è, però, una mia creazione originale.
Diciamoci la verità, io con una matita in mano sono del tutto, o quasi, negato. Ma mi piace disegnare ed immagino che come me, persone non capaci di disegnare ma che vorrebbero farlo, ce ne sono molte.
Questa mia guida è rivolta, quindi a loro. Chi di voi, cari und rari lettori, è bravo, bravino, appena passabile a disegnare prego astenersi dalla lettura. Tutti gli altri, invece, possono continuare.


Forse qualcuno di voi si ricorderà di come facevamo da piccoli (almeno quando io ero piccolo) a copiare un disegno che ci interessava o le cartine geografiche da inserire in qualche ricerca scolastica. Sto parlando di quando i computer erano grossi come case e facevano al massimo 2+2, quindi di preistoria.
Prendevamo il disegno originale, lo attaccavamo con lo scotch al vetro di una finestra e sopra ci mettevamo il foglio sul quale avremmo disegnato. Unici inconvenienti, occorreva stare in piedi tutto il tempo e se era notte ci si poteva scordare di disegnare. Per ovviare a questo mi ero costruito una specie di lavagna luminosa con una scatola di legno, un vetro bianco ed una lampadina. Potevo star seduto, potevo disegnare anche di notte ed usando una lampadina a basso consumo neanche rischiavo di ustionarmi le dita.
Con i personal computer sempre più potenti, ed adesso con i tablet, la questione è diventata più semplice. Niente più finestre o tavoli luminosi ma un monitor ed un programma di disegno in grado di gestire i layer (se non sapete cosa sono vi invito a leggere il precedente articolo di Disegnare for Dummies).
Disegno da copiare sullo sfondo e tanti layer quanti ne servono al di sopra.
Nell’immagine che segue potete vedere un po’ come funziona la cosa:

















Il layer 1, di base, contiene l’immagine che intendiamo copiare mentre useremo gli altri layer per il nostro disegno. Da notare che, eccezion fatta per il primo layer che conterrà l’immagine da copiare, tutti gli altri layer dovranno essere trasparenti.
Esemplificando, il layer 2 potrà essere utilizzato per ricopiare l’immagine originale, il layer 3 per il colore ed il layer 4 per le ombre.
Ovviamente potranno essere inseriti tanti layer quanti ce ne servono tenendo conto, però, di eventuali limitazioni del programma che stiamo utilizzando e della potenza del computer che abbiamo. Ogni layer, infatti, può essere considerato come un’immagine a se e quindi contribuirà all’aumento del peso del file finale.
Caratteristica molto utile di tutti i programmi che utilizzano i layer è che ogni layer può essere oscurato o può esserne modificata la trasparenza.
Nelle immagini che seguono possiamo vedere cosa questo significa:
In quest’immagine abbiamo i nostri layer disposti uno sopra l’altro. Tutti hanno la stessa opacità.



















In questa immagine abbiamo gli stessi layer con gradi di opacità (o trasparenza) diversa.


















In quest’ultima immagine, infine, il layer con il rettangolo verde è stato oscurato del tutto, ovvero reso invisibile. In realtà il rettangolo verde c’è ancora, non è stato cancellato, ma è stato semplicemente reso invisibile.
Questa cosa può essere utilizzata sia per ottenere degli effetti particolari di trasparenza sia per far scomparire l’immagine che stiamo copiando dal disegno finale.



Prendendo come esempio l’immagine con cui ho aperto quest’articolo possiamo vedere bene come funziona la cosa.
L’immagine è composta da tre layer (nella realtà quest’immagine è composta da dodici layer ma preferisco per il momento non complicarvi troppo la vita), uno che contiene l’immagine originale, uno che contiene il disegno e l’ultimo che contiene il disegno colorato e ombreggiato.
Le ombre, in questo caso, sono state ottenute utilizzando un layer sovrapposto a quelli che contenevano il colore e disegnandovi sopra le ombre in nero. Successivamente ho modificato l’opacità del layer con le ombre creando l’effetto desiderato.

Detto così può sembrare ostico da capire e difficile da mettere in pratica ma, in realtà, è davvero semplice. Una volta capito il meccanismo di base e le potenzialità offerte dai layer tutto il resto viene praticamente da se.
Prima di chiudere qualche considerazione.
Questa tecnica potrà sembrare inutile. Di base, infatti, non si andranno a creare dei disegni ma si copieranno immagini già esistenti (andando avanti si vedrà, comunque, che da una immagine già esistente si può creare anche qualcosa di nuovo) con tutte le limitazioni esistenti. D’altro canto, è come se stessimo disegnando un’immagine dal vero dandole una nostra interpretazione, con un minimo di pratica (all’inizio esageravo quando dicevo che non so tenere neanche in mano una matita ma non è un requisito comunque richiesto per questa tecnica) riuscendo anche a modificare l’immagine originale.

Nei prossimi articoli vedremo che strumenti utilizzare (software e hardware), se utilizzare una grafica vettoriale o una raster ed analizzeremo i limiti di questa tecnica.


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