lunedì 16 settembre 2013

Vecchie storie... appunti di viaggio

Facendo pulizia in casa ho infilato la testa dentro uno scatolone nascosto dietro una tenda. Uno scatolone molto grande a dir la verità. Ho iniziato a vedere cosa c'era dentro e, in fondo a tutto ho trovato alcuni vecchi quaderni ad anelli con dentro molte mie vecchie storie. Storie veramente vecchie. Alcune scritte a penna (diavolo, avevo l'abitudine persino di scrivere il seriale della penna che utilizzavo), alcune con una macchina da scrivere (la mia vecchia Olivetti lettera 35) ed alcune stampate.
Alcune, come Mercenari SpA o Campeggio, una passione, me le ricordavo, altre, come Discarica o L'alba dei surgelati viventi, no ma è bastata una rapida lettura per farmele tornare alla mente.
Porco tavacatazzo invecchiato (erano secoli che volevo utilizzare di nuovo il tavacatazzo - se lo cercate su google trovate solo due risultati, questi, e tutti e due sono miei!), dentro quei quaderni ho ritrovato racconti degli anni ottanta e novanta, di quando il suino ancora non nasceva (inteso come nick) e firmavo le storie ancora con il mio nome e cognome.
Accidenti, che malinconia.


Rivedere il quaderno con Snoopy in copertina, con dentro una delle copie di Immortali, con gli appunti per una storia che non ha mai visto la luce, con la versione aggiornata al 17 (venerdì) Maggio del 1996 di Creazione, alcune storie estive e la prima stesura di Cinocephalus (che poi ho pubblicato con il nome di Cinocefali) con un mio appunto a lato che ricordava come la storia fosse stata ispirata dal terzo numero di Dylan Dog, Le notti della Luna piena.
E Dylan Dog torna anche non appena apro un altro quaderno, con in copertina un cowboy tra le stelle e il marchio della Lewis, con dentro nientepopodimeno che un mio disegno (chiaramente scopiazzato) in cui mi immagino con il corpo di Dylan ripreso dalla copertina del numero 2, Jack lo squartatore, che fa da copertina insieme ad un altro al racconto lungo L'alba dei surgelati viventi (anno 1986).
In un terzo quaderno dalla copertina che chiarisce bene in che anno lo comprai (i giochi per computer erano davvero come quelli riportati su quella copertina), ritrovo poi pietre miliari della mia produzione, il già citato Campeggio, una passione, una specie di improbabile manuale sul campeggio che si chiudeva con una novella (si, avevo usato proprio quel termine), ed alcuni spin off come Settimana bianca, una passione e Patente, una passione, con dei racconti a chiusura che strizzavano l'occhiolino a Tre Uomini in Barca, per tacer del cane, di Jerome Kapla Jerome.
Nelle ultime pagine, poi, trovo una storia con un titolo che è tutto un programma, I cinque dell'Pater Nostro. Si, proprio così come l'ho scritto, "dell'Pater". Ed il bello è che lo ripeto anche dentro la storia e solo nell'ultima pagina lo scrivo correttamente.
A rileggerlo oggi mi vengono i brividi. Ed il bello è che, comunque, di base, le mie storie erano sempre molto corrette dal punto di vista grammaticale.
Comunque, la storia nasceva come un western (alla Tex Willer per intenderci), e la prima pagina era una vero manifesto western: Da est soffiava un vento dannatamente violento, si apriva così la prima pagina descrivendo il caldo torrido nel quale viaggiavano i cinque protagonisti della storia, l'antesignano di Robert Autore (che si chiamava Roberto) e i quattro suoi compagni alieni dai nomi decisamente alieni, Lostok, Xarios, Lipsa e Altiana.
La storia, poi, prese una piega molto diversa da quello che avevo pensato all'inizio. E questa è forse l'unica costante che è rimasta delle mie storie.

Il quaderno della Lewis
Ragazzi, non ridete...
Ci vestivamo così...

















Comunque, trovati i quaderni ho smesso di pulire (lasciando in giro un disordine che neanche Attila con tutti i suoi Unni avrebbe potuto creare) e mi sono messo a leggere quelle storie così vecchie, così ingenue a volte, divertenti spesso e quasi sempre con la loro bella storia d'amore (anche questa è una costante adesso che ci penso).
E, leggendo, mi è venuto in mente che alcune di quelle vecchie storie avrebbero potuto godere di una seconda chance.
Il fatto di essere state scritte prima di internet, prima di EFP, e prima di questo blog non vuol dire che dovrebbero rimanere nel cassetto.
E così, armato di scanner e OCR per quelle stampate, occhiali e tanto caffè per quelle scritte a penna, mi sono messo a editarne qualcuna.
La prima che rivedrà la luce è Discarica. Una piccola storia dal sapore vagamente ambientalista (chi lo sa che cosa avevo bevuto quando l'ho scritta. Un inquinatore come me che scrive una cosa ambientalista!) con un finale molto alla Sentinella di Fredric Brown.
A seguire, mano a mano che la fase di re editing verrà completata, vedranno la luce altre piccole storie tra cui... no, meglio non fare ancora dei titoli visto che per il momento è pronta una sola storia. Magari vi dico che la prossima è L'isola del tesoro e invece pubblico Creazione. Per cui, al momento non vi dico nulla sulla prossima storia.

Per oggi è tutto. A rileggerci, spero, presto con questi appunti di viaggio.

Hasta Luego

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