sabato 7 settembre 2013

Fallout 3 - Postman - Capitolo 4

Fallout 3 - Postman
cap 4 - verso Paradise Falls
by: suinogiallo


nakayoshi dango te wo tsunagi ookina marui wa ni naru yo
machi wo tsukuri dango boshi no ue minna de waraiau yo
usagi mo sora de te wo futtemiteru dekkai otsukisama
ureshii koto kanashii koto mo zenbu marumete
(Dango Daikazoku - Chata - dall’anime Clannad)


La mattina dopo Watarù svegliò Kevin prendendo a calci la sedia su cui si era addormentato.
- Raccogli la tua merda e muoviti! - gli disse Watarù.
- Cos’è questa fretta? - lo guardò ancora assonnato il postino - Ti pagano a giorni, più tempo ci mettiamo e più guadagni! -
- Non sei tu che mi paghi, quindi chiudi quella bocca e muoviti! - lo spronò - Ti stanno facendo un favore non da poco, i tappi non li regala nessuno! -
- Un mercenario sensibile? - ironizzò Kevin raccogliendo la sua borsa e mettendosi in testa il cappello da postino.
- Un mercenario che guadagnerà qualcosa anche riportandoti dentro una lattina di maiale e fagioli! - ghignò - Quindi vedi di non farmi incazzare e datti una mossa! -
Diavolo, se lo avesse sentito Ran sarebbe rimasta sicuramente sorpresa da quel suo linguaggio. Non che non usasse espressioni colorite di tanto in tanto ma in presenza della ragazza, di solito, si conteneva. In quell’occasione, invece, stava dando libero sfogo a tutte le sue conoscenze sul linguaggio triviale.
Kevin rimase a fissarlo per qualche secondo poi si diresse verso la porta della casa comune.
- Prima di andare, mettiamo in chiaro alcune cose! - disse poi fermandosi prima di uscire - Sono io che comando! Sono io che decido dove andare e quando andare! - poi mise la mano sulla maniglia ed aprì la porta.
- Immagino quindi che tu sappia dove si trova Big Town o Paradise Falls! - sogghignò Watarù mettendosi a sedere - Dove si nascondono i supermutanti e a chi puoi chiedere aiuto e a chi non devi neanche avvicinarti! -
Kevin si bloccò sulla soglia della porta. Non tanto per il fatto che avesse ragione sul fatto che lui non conosceva affatto quella zona. Era riuscito ad arrivare fin li solo grazie ad un mercante che in cambio di qualche tappo gli aveva fatto da guida. Ciò che lo sorprese fu quell’accenno ai supermutanti. Nel deserto del Mojave, da dove veniva, i supermutanti pur non essendo proprio tipi raccomandabili non erano esseri da cui occorreva stare per forza lontani.
- Non sei un duro così duro se hai paura dei supermutanti! - disse voltandosi a guardarlo.
- Non vorrai dirmi che a te non spaventano degli esseri grandi il doppio di te, intelligenti come un bramino con una testa sola e con in mente solo una cosa, fare a pezzi qualsiasi essere vivente gli si avvicini! - gli rispose Watarù - Se è così, allora d’accordo! Se ne incontriamo qualcuno te ne occupi tu! - poi si alzò ed uscì dalla casa comune dirigendosi rapidamente, subito seguito da Kevin, verso il cancello di Megaton.


Lo sceriffo Simms portò a termine la sua parte come da copione consegnando a Watarù i tappi di anticipo promessi e poi invitandoli a scomparire dalla sua vista. Il vagabondo del vault 101 era stato molto preciso su questa parte. Tranne loro due, Moira e Ran nessuno doveva sapere chi era in realtà. Non doveva esserci nessun dubbio o sospetto o sarebbe stato troppo pericoloso.
Anche per questo era stata fatta girare la voce che, Watarù, non appena tornato dalla missione di soccorso non si era sentito bene. Probabilmente, e questa sarebbe stata la versione che Moira avrebbe dato, si trattava di avvelenamento da cibo.
In questo modo non si sarebbe insospettito nessuno non vedendolo andare in giro per Megaton.
Non era raro che il vagabondo del vault 101 si assentasse da Megaton per qualche giorno, a volte anche per periodi più lunghi, ma da quando c'era Ran era molto raro che partisse da solo e, quindi, vedere la ragazza in giro per Megaton e non vedere lui avrebbe potuto far sorge qualche domanda.
L'unico problema sarebbe stato Doc che, probabilmente, avrebbe insistito per visitarlo ma a quello ci avrebbe pensato Simms. Qualche tappo fatto scivolare nelle tasche del suo camice in cambio della promessa di non fare nulla e la questione sarebbe stata sistemata.
Almeno per qualche giorno, poi sarebbe stato difficile far rimanere in piedi la scusa della malattia.
Va bene che la zona contaminata era un posto pericoloso, d'accordo che prendersi una intossicazione alimentare era facile come fare uno più uno, ma c'erano gli stimpack e, anche se non facevano di certo miracoli, presi in dosi massicce riuscivano anche a sistemare le malattie più ostinate. Una malattia che durava troppo a lungo era poco credibile. O si guariva o si crepava. Non si rimaneva praticamente mai malati per più di dieci giorni.
E a quel punto sarebbe dovuta entrare di nuovo in scena Moira. Velatamente avrebbe fatto capire a qualche suo cliente che in realtà il vagabondo non era mai stato male. Se ne era semplicemente andato dopo aver litigato con Ran. Una notte aveva fatto armi e bagagli e se ne era andato.
Non ci avrebbe creduto nessuno, erano figli del dopo bomba mica scemi, ma a quel punto quasi nessuno si sarebbe ricordato di quel vagabondo con la benda sull'occhio ed una barba degna di un pirata e quindi sarebbe stato difficile accomunare le due cose e, quando Watarù sarebbe ritornato avrebbe spiegato tutto dicendo che era stato chiamato per una missione segreta della fratellanza d'acciaio e che quindi era dovuto andar via senza troppo clamore.
Un piano cervellotico che solo una persona uscita da un vault poteva mettere insieme ma che, probabilmente, gli avrebbe evitato problemi.


- Dove ci dirigiamo? - domandò Kevin guardando il vagabondo.
- Da quella parte - gli indicò un punto verso nord.
- Istinto o semplicemente hai scelto un punto a caso? - gli chiese poi il postino con un tono quasi canzonatorio.
- A differenza di te, io qui ci sono nato! - gli rispose - Conosco la zona contaminata meglio di chiunque altro e so come muovermi! Quindi, cammina e vedi di non rompermi troppo le palle con le tue domande idiote! -
- Cammino, cammino! - sbuffò Kevin iniziando a seguirlo - Ma non c'è bisogno di essere così duro! - poi, fermandosi - Aspetta, dove stiamo andando? -
- Big Town, dove vuoi che stiamo andando? - gli rispose - Non è li che vuoi andare per costruire il tuo ufficio postale? -
- Vorrei andare prima da un'altra parte - gli disse - Paradise Falls! Devo ritrovare una persona e secondo Watarù li potrebbero sapere qualcosa! -
- Cos'è, da piccolo ti hanno spedito tipo pacco postale e vuoi ritrovare il postino che ti ha consegnato? - gli domandò Watarù - È per questo che sei diventato un porta lettere?1-
- No! - esclamò - È una ragazza, una mia amica! Tra la roba della banda che ha aggredito Watarù durante la missione di soccorso c'era il suo cappello - rapidamente gli raccontò tutta la storia - gli schiavisti di Paradise Falls potrebbero saperne qualcosa! -
- Questa cosa non mi è stata detta - Watarù finse di mostrarti sorpreso ed anche arrabbiato - se lo avessi saputo avrei chiesto molto di più! Trattare con gli schiavisti di quel posto non è come aver a che fare con quei quattro bifolchi di Big Town! - poi fece l'atto di prendere il fucile che portava dietro la schiena - Dovrei piazzarti una pallottola in mezzo agli occhi, attendere da qualche parte una decina di giorni e poi tornare con il tuo cadavere a Megaton per riscuotere! - ma si fermò - Ma la mia parola è una sola! Ho accettato questo lavoro e lo porterò a termine! -
Kevin si mostrò alquanto sollevato da quelle parole.
- Comunque non cambia nulla nella strada che dobbiamo fare - gli disse poi riprendendo a camminare - Paradise Falls è solo un po’ più lontano! -
Ripresero così a camminare, il vagabondo dalla benda nera sull’occhio davanti ed il postino immediatamente dietro, tenendo bene aperti gli occhi.
Teoricamente non era molta la distanza che separava Megaton da Paradise Falls, camminando spediti ci sarebbero arrivati in tre, massimo quattro ore di marcia. Il problema era che camminare spediti per la zona contaminata non era ne la norma ne consigliabile. Il rischio di imbattersi in qualche banda di predatori o di supermutati era sempre presente e quindi la regola era quella di cercare di avanzare lentamente, guardandosi sempre bene intorno e, soprattutto, cercare di evitare quei posti dove era altamente probabile fare brutti incontri.
Questo, però, faceva si che un percorso sulla carta lineare diventasse un percorso a zig zag.


- Dobbiamo aggirare questo posto! - mormorò Watarù indicando a Kevin ciò che rimaneva di una chiesa - Mi è sembrato di vedere dei movimenti dentro le rovine e non è il caso di andare a vedere chi ci abita! -
Facendo un cenno al postino si era rannicchiato dietro un guard rail iniziando ad osservare le rovine della chiesa vicino al cimitero di Hallowed Moors.
Non gli piaceva quel posto. Proprio davanti alla chiesa c’erano un paio di carcasse di auto che sembravano essere messe li apposta e, soprattutto, non gli piaceva la vista di un corpo, o ciò che ne rimaneva dopo che era stato decapitato e bruciato, inchiodato proprio sopra l’ingresso della chiesa. Si trattava di avvertimenti che era meglio tenere in considerazione se non si voleva fare una brutta fine.
- Sono quasi cinque ore che camminiamo senza fermarci! - si lamentò Kevin - Ho fame e vorrei riposare qualche minuto! - poi indicò i resti della chiesa - A me quel posto sembra deserto e penso anche che sia un posto ottimo per fermarci a riposare e mangiare qualcosa avendo intorno delle mura che possono offrirci un riparo se qualcuno dovesse decidere di attaccarci! -
- Riposeremo quando saremo arrivati a Paradise Falls! - gli disse Watarù.
- Al diavolo! - sbottò improvvisamente Kevin uscendo dal riparo improvvisato e dirigendosi verso le rovine - Io vado! -
Aveva fatto pochi passi verso la chiesa quando si udì chiaramente il rumore delle canne di un mitragliatore rotante che si mettevano in moto.
- Idiota! - sbuffò poi Watarù afferrando il fucile d’assalto e scattando in piedi - Buttati a terra! -
Pochi attimi dopo si scatenò una gragnuola di proiettili mentre dalla porta della chiesa fecero capolino due supermutati. Uno, il più grosso, con il mitragliatore a canne rotanti ed un altro con un fucile d’assalto.
Kevin, preso alla sprovvista, si gettò in avanti andando a finire dietro al rottame di una delle due auto.
- Togliti da li, idiota! - gli gridò Watarù iniziando a correre verso le rocce sulla sinistra per cercare un riparo da cui poter rispondere al fuoco.
- Cosa? - mormorò il postino tenendo giù la testa mentre la grandinata di proiettili colpiva la carrozzeria del rottame - Merda! - si era appena reso conto che si era andato a nascondere dietro una potenziale mini bomba atomica e, alzata un po’ la testa e viste le fiamme che stavano iniziando a sprigionarsi dal motore - Porca putt... - incurante dei proiettili che continuavano a piovere senza sosta, si scaraventò via da quel posto.
Un secondo dopo il motore dell’auto esplose scagliando in alto il rottame e lontano da li il postino che atterrò a qualche metro di distanza rotolando poi tra le lapidi e finendo la sua corsa contro un albero.
- Se non è morto, l’ammazzo io! - sbraitò Watarù puntando il suo fucile d’assalto verso i due supermutati che, presi alla sprovvista dall’esplosione e dall’onda d’urto, avevano smesso di sparare e si stavano guardando.
Watarù puntò subito al supermutato che imbracciava il mitragliatore a canne rotanti mirando alla testa. Se voleva avere qualche chance doveva eliminare subito l’avversario più ostico. Se gli avesse dato tempo di riprendersi dalla sorpresa sarebbe stato difficile riuscire a resistere più di qualche secondo al fuoco del mitragliatore a canne rotanti.
Gli svuotò addosso l’intero caricatore del fucile d’assalto cercando di fare in modo che tutti i colpi andassero a segno poi, senza perdere tempo a ricaricare l’arma, prese la magnum che portava alla vita e mirò verso il secondo supermutato che, nel frattempo, ripresosi dallo shock dell’onda d’urto stava per iniziare a sparare.
I due si osservarono per pochi attimi prima di premere il grilletto delle loro armi e, quasi all’unisono, le loro armi si incepparono.
- Gah? - si domandò il supermutato continuando a premere il grilletto. Per fortuna la loro intelligenza era paragonabile a quella di un bramino monocefalo e questo diede a Watarù il tempo di recuperare il fucile d’assalto, ricaricare e scaricarlo, poi, sul secondo supermutante.
- Al diavolo! - mormorò Watarù raccogliendo da terra la magnum - Per fortuna che l’avevo controllata prima di partire! La prossima volta chiederò a Moira di controllare le armi per me! - poi la rimise dentro la fondina appuntandosi mentalmente di controllarla prima di rimettersi in marcia - E adesso andiamo a vedere se il postino è ancora vivo! -
Si avvicinò con prudenza alla chiesa accertandosi che i due supermutati fossero davvero morti e poi si voltò verso il piccolo cimitero.
- Kevin, idiota, sei ancora tutto intero? - gridò.
- Non credo di avere niente di rotto! - mormorò dolorante rimettendosi in piedi - Mi fa male tutto ma non penso di avere nulla di grave! -
- Curati con uno stimpack e poi vieni a darmi una mano! - gli ordinò - Vediamo se questi supermutati avevano qualcosa di utile! -
- Non pensi debba farmi anche del radaway? - gli domandò raggiungendolo - Devo aver assorbito un bel po’ di radiazioni quando l’auto è esplosa! -
- Sei stato scagliato abbastanza lontano - gli fece notare - non dovresti averne assorbite così tante da giustificare lo spreco di una sacca di radaway! -
I farmaci nella zona contaminata erano un bene prezioso e si cercava di utilizzarli solo in casi veramente necessari.
- E se mi prendo un Rad-x? - gli chiese poi raggiungendo il suo zaino e iniziando a frugarvi dentro alla ricerca degli stimpack.
- Non sai nulla di medicina, vero? - ghignò - Sarebbe inutile, il Rad-x serve solo per proteggere dall’esposizione alle radiazioni! - poi si frugò dentro una tasca e gli lanciò una scatoletta verde e bianca - Prendi due di queste e vedrai che starai bene! -
- Che roba è? - gli domandò.
- Aspirina!2 - ghignò - Roba di prima della grande guerra, è scaduta da un paio di secoli ma dovrebbe avere ancora qualche effetto! - poi si voltò per entrare dentro la chiesa.
- Ti mangero le braccia... - urlò improvvisamente un supermutante sbucando dal nulla e brandendo un grosso martello - ...dopo che sarai morto ovviamente! -


         L’attacco colse di sorpresa Watarù che fece appena in tempo a rendersi conto di quello che stava accadendo. Un secondo dopo il grosso martello lo colpì ad un braccio scagliandolo contro una parete.
Diavolo, si disse, possibile che doveva farsi fregare così ogni volta!
Anche quando aveva incontrato Ran per la prima volta era successa una cosa simile. Ed il bello era che nella guida di sopravvivenza nella zona contaminata aveva dedicato un capitolo all’ispezione del campo di battaglia dopo la fine delle ostilità3. Proprio per evitare sorprese del genere!
- Adesso ti apro la testa e mi succhio il tuo cervello! - urlò il supermutato preparandosi per colpire Watarù sulla testa - Così divento intelligente anche io! -
Una raffica di colpi gli amputò entrambe le braccia all’altezza del gomito facendogli ricadere il pesante martello sulla testa.
- Con questo direi che siamo pari! - ghignò il postino entrando nella chiesa con in mano un mitragliatore finendo, poi, il supermutante.
- Direi di si! - sorrise Watarù rimettendosi in piedi. Il dolore al braccio era forte ma sopportabile. Sarebbe aumentato un po’ nelle ore successive ma poi sarebbe passato e quindi decise di non prendere nulla.
- Ehm! - una voce li fece voltare entrambi di scatto - Se avete finito di ripulire questo posto che ne dite se mi slegaste! -
Seminascosto nell’ombra, dietro un mucchio di carrelli della spesa, videro un uomo steso a terra con le braccia dietro la schiena legate alle gambe.
- E questo chi è? - domandò Kevin.
- Lo spuntino di mezzanotte dei supermutati! - rispose Watarù slegando il tizio - Non so come sono i supermutati dalle tue parti, ma quelli che vivono qui non sono proprio dei tipi molto raccomandabili! -
- Grazie! - mormorò il tizio rimettendosi in piedi - Poco prima che arrivaste li ho sentiti discutere di come cucinarmi! Ed il tizio più grosso insisteva che farmi allo spiedo sarebbe stata la cosa migliore! - poi si frugò nelle tasche tirando fuori una manciata di tappi e di munizioni - Ecco, questo è tutto quello che ho! Prendetelo come ringraziamento! -
Watarù guardò per qualche secondo il tizio ed i tappi, poi scosse la testa.
- Sono più utili a te che a noi! - disse poi - Vattene adesso e cerca di fare più attenzione la prossima volta! -3
- Grazie ancora! - sorrise rimettendosi rapidamente in tasca il suo misero tesoro allontanandosi, poi, da li velocemente.
- Ma tu guarda! - sogghignò Kevin - Da te questa cosa non me l’aspettavo! Avrei scommesso che gli avresti preso anche le mutande! -
Watarù lo guardò per qualche secondo cercando di trovare una scusa valida per quella cosa ma, non trovandone, decise di non rispondergli dicendogli solo di sbrigarsi a frugare quel posto ed i cadaveri dei supermutati per raccogliere quanta più roba utile possibile.
- E quando hai finito porta fuori i cadaveri! - aggiunse poi sedendosi su di un vecchio materasso logoro - Sosta di un’ora, compresa la pulizia! Quindi se vuoi mangiare ti consiglio di sbrigarti! - poi, indicandogli un grosso sacco pieno di roba sanguinolenta appeso fuori dalla chiesa - E non dimenticarti di guardare dentro quei sacchi pieni di frattaglie, di solito ci si trova oltre che merda anche qualche cosa di utile! -
- E come dovrei fare a guardare dentro? - cercò di trattenere un conato di vomito.
- Ci infili un braccio ed inizi a mescolare! - ghignò - E se sei fortunato sono frattaglie fresche e non ancora piene di vermi! -


         Kevin impiegò più di un ora per perquisire i corpi dei tre supermutati e per frugare le rovine della chiesa e i sacchi di frattaglie ma alla fine riuscì a mettere insieme oltre che un bel gruzzolo in tappi anche parecchie munizioni, alcune riviste ancora in buono stato che spiegavano come fare alcune cose e del cibo.
- Ho finito! - disse poi avvicinandosi a Watarù. Aveva le braccia sporche fino ai gomiti di sangue e frattaglie e puzzava come un bramino che si era rotolato tutto felice sopra una pozza di merda - Possiamo andare? -
- Non vuoi mangiare? - lo guardò con lo sguardo leggermente divertito Watarù. Il postino venne scosso da alcuni conati ed evitò di rispondere - D’accordo! Prendi questa! - gli lanciò una bottiglia di acqua e gli indicò una scatola di detergente Abraxo - Qualcuno dice che quel detergente riesce a pulire anche le armature atomiche dal sangue. Probabilmente farà lo stesso anche sui vestiti e sulla pelle! -4
- E dopo che ti sei dato una bella ripulita ti metterai a mangiare! - concluse infine Watarù.
- E il nostro viaggio? - mormorò.
- Siamo quasi arrivati! - gli disse - Se guardi fuori dalla chiesa, da quella parte, in direzione nord ovest, puoi vedere un gigantesco pupazzo! Paradise Fall è li! -5
- Ci andremo domani mattina! - decise poi - Questa notte dormiremo qui e domani, freschi e riposati, riprenderemo il cammino! -


         Nella zona contaminata le notti possono essere davvero fredde a volte e senza un fuoco per riscaldarsi, diavolo, come si battono i denti.
Watarù aveva insistito per non accenderlo, un fuoco è visibile da molto distante e voleva evitare di avere brutte sorprese. Ma senza fuoco, cavoli se faceva freddo.
- Vodka? - offrì Kevin porgendo una bottiglia al vagabondo dalla benda nera sull’occhio.
- No, grazie! - scosse la testa.
- Meglio così, ce n’è di più per me! - sorrise attaccandosi alla bottiglia e prendendone un grosso sorso - Con questo freddo è proprio quello che ci vuole! -
- Non esagerare! - lo riprese Watarù - L’alcool ti fa credere di sentire più caldo ma in realtà non è così! - poi si chinò sul suo zaino per tirarne fuori alcuni spiedini di iguana ed una specie di spiedino composto da tre palline di diverso colore.
- Che roba è quello? - gli domandò Kevin.
- Me lo ha venduto un tizio, giù dalle parti di Rivet - gli rispose - dice che si chiama Dango. Viene dalla terra dei suoi antenati!6 -
- Io preferisco i nostri più patriottici spiedini di iguana americana! - sorrise prendendo un spiedino ed iniziando a mangiare.
- Sai che ti dico - sorrise riponendo lo strano spiedino nello zaino - anche io! -
- Dimmi, cosa fai di solito per vivere? - gli chiese improvvisamente Kevin - Cioè, sei un mercenario, d’accordo, e quindi cosa fai? -
- Vado in giro a cercare lavoro! - gli rispose - Faccio un po’ di tutto. Riscuoto debiti, scorto le persone, cerco persone scomparse o con taglie sopra la testa, consegno della roba, ammazzo la gente. Cose così, insomma! -
- Sei un killer a pagamento? - gli domandò poi.
- Se mi pagano per farlo, si - rispose senza scomporsi. Si stava divertendo a interpretare quella parte e, soprattutto, si stava divertendo a vedere le facce che faceva Kevin - Tutto nella zona contaminata ha un prezzo! Il cibo, le armi, il tempo, la vita! - poi si sistemò meglio sul materasso avendo cura di avere sempre a portata di mano il fucile - Non so se da dove vieni tu è diverso ma qui è così! -
- E non provi rimorso per le persone che uccidi? - continuò a chiedergli Kevin - Cioè, magari hanno famiglia, una moglie, dei figli! Non provi nulla per loro? -
- No! - rispose semplicemente - E adesso chiudi la bocca! Voglio dormire! - poi si sdraiò sul materasso coprendosi con una coperta che aveva tirato fuori dallo zaino - E se vuoi un consiglio, dormi anche tu! -
- Non dovremmo fare dei turni di guardia? - gli chiese finendo di mangiare rapidamente lo spiedino di iguana - Cioè, per evitare di essere sorpresi nel sonno da qualcuno! -
- Un’occhio me lo hanno fatto saltare, ma le orecchie ci sono ancora tutte e due! - gli rispose senza muoversi - Ho il sonno molto leggero e se qualcuno dovesse cercare di avvicinarsi lo sentirei anche se dormissi! -
- D’accordo! - si arrese cercando, poi, un posto dove mettersi a dormire.
La mattina dopo, di buon ora, Kevin venne svegliato da un calcio ad una gamba.
- Che ore sono? - mugolò guardando il vagabondo dalla benda nera sull’occhio che troneggiava su di lui - Accidenti, ho la testa che scoppia! -
- Ti avevo detto di andarci piano con quella roba - mormorò dando un calcio alla bottiglia vuota di vodka - cerca di farti passare i sintomi del dopo sbornia e preparati! -
- Va bene, adesso mi alzo! - bofonchiò alzandosi a fatica. Strizzò gli occhi alcune volte a causa della luce ed ebbe un giramento di testa.
- Mettiti questi - gli porse un paio di occhiali da sole e un paio di pillole - e prendi queste! Ti aiuteranno! -
- Grazie - mormorò - dammi solo qualche minuto! -
Quasi un’ora dopo i due uscirono dalle rovine della chiesa e si diressero verso il grosso pupazzo che vedevano all’orizzonte.



         - Come faremo ad entrare? - domandò Kevin guardando da lontano Paradise Falls.
- Io direi di provare dalla porta principale! - gli rispose Watarù. Lui era già stato li e sapeva che a meno che di non avere con se un lanciamissili o qualcuno come Crio entrare li dentro senza passare per l’ingresso principale era alquanto difficile. Gran parte del perimetro esterno di quel posto era composto da degli edifici e, nei punti dove questi non c’erano erano stati innalzati dei muri fatti con rottami, carcasse di automobili ed altro.
Con un po’ di fortuna, si disse, lui sarebbe anche riuscito a sgattaiolare dentro ma non sapeva quanto Kevin potesse essere furtivo e non gli andava di rischiare di essere scoperti.
Oltre a tutto ciò, poi, c’era anche il fatto che loro erano li per avere informazioni il che voleva dire che dovevano poter porre delle domande. Se fossero entrati di soppiatto non lo avrebbero potuto fare e, quindi, sarebbe stata solo fatica sprecata.
- E pensi che ci farebbero entrare? - gli domandò Kevin.
- Tutti hanno un prezzo! - rispose - Scommetto che anche la guardia all’ingresso ne ha uno! Dipende se possiamo permettercerlo! -
- Io ho un po’ di tappi - disse Kevin - non sono molti ma sono disposto a spenderli tutti! -
- Dubito che basterebbero! - mormorò - La vendita di schiavi rende molto e quei tizi li dentro non hanno nessuna intenzione di veder rovinati i loro affari. La guardia al cancello questo lo sa bene e se il gioco non vale la candela non ci permetterà mai di passare! -
- E se lo ammazziamo? - gli chiese poi Kevin.
- Avremo contro tutti gli schiavisti che sono li dentro! - scosse la testa - E, anche ammesso di uscirne vivi, non credo proprio che risponderebbero alle nostre domande! - poi si sedette su di una roccia - L’unica cosa che possiamo fare è andare li e chiedere quanto vuole per farci passare! -
- E se non possiamo permettercelo? - mormorò Kevin.
- Vedremo se sarà disposto a farci uno sconto! - ghignò - Aggiungendo magari un pagamento in natura! Non sei male e penso che cento o duecento tappi il tuo culo li possa valere! -
Kevin lo guardò indeciso tra l’essere disgustato e il sorridere per la battuta, poi, capendo che non stava scherzando, fece una faccia decisamente disgustata.
- Non ho mai fatto cose del genere! - esclamò con veemenza - I miei gusti sono normali e non... -
- Vuoi avere una chance di rivedere la tua fidanzata? - lo bloccò Watarù - Forse li dentro non troveremo nulla che ci possa aiutare, ma è la nostra unica pista e se davvero ci tieni, beh, penso che il tuo culo non potrà che essere felice di essersi sacrificato per la causa! -
- Jenny non è la mia fidanzata! - diavolo, quante volte doveva dirglielo per farglielo entrare dentro quella testa dura - E’ solo una mia amica! -
- Come preferisci! - sogghignò - Ma desso deciditi, quel tizio di guardia deve averci notato e tra non molto si chiederà cosa cazzo stiamo facendo e se penserà che siamo sospetti non ci farà entrare per tutti i tappi del mondo! -
- D’accordo! - annuì alla fine - Ma fai parlare me! -
- Tu apri la bocca e te la chiudo con una granata! - gli scoccò una occhiata da far gelare il sangue - E adesso muoviti! E tieni lontano le mani dal fucile, dalle tasche, dal cappello e da qualsiasi altro posto dove si può nascondere un’arma! -
Watarù non aveva nessuna intenzione di rischiare più del dovuto. Sapeva che nella zona contaminata anche il semplice atto di avvicinare le mani ad un arma poteva essere considerato ostile e, se il tuo interlocutore aveva i nervi magari un po’ troppo tesi non ci voleva molto ad innescare una bella sparatoria.
Tenendo le mani bene in vista, così, iniziò ad incamminarsi verso il cancello di Paradise Falls mentre la guardia armava il suo fucile da combattimento.


Per l'ambientazione e alcuni personaggi © Bethesda Softworks
Per la storia e i personaggi originali © 2013 suinogiallo


Note:
1 - Si tratta di una citazione da “Tegami Bachi” (aka Letter Bee). Nell’anime il protagonista dopo essere stato separato dalla madre viene letteralmente spedito come un pacco postale da una zia. Durante il viaggio diventa amico del postino incaricato di consegnarlo.  Anni dopo questo ragazzino decide di diventare a sua volta un portalettere per ritrovare il postino ma scopre che è scomparso. Diventato comunque portalettere farà della ricerca di questo suo amico il senso della sua vita.
2 - Nel gioco non c’è l’aspirina ma mi sembra quasi impossibile che siano sopravvissute droghe, bottiglie di Nuka-Cola, barattoli di maiale e fagioli e non sia sopravvissuto forse il farmaco maggiormente diffuso nel mondo.
3 - Nelle rovine della chiesa vicino al cimitero di Hallowed Moors si nascondono alcuni supermutati ed un loro prigioniero. Non si tratta di una vera e propria quest ma riuscendo a liberare il prigioniero si guadagna un po’ di karma.
4 - Questo qualcuno è il paladino Vargas
5 - In effetti, anche nel gioco è così anche se occorre allontanarsi di qualche passo dalla chiesa.
6 - Ok, i dango non ci sono in Fallout ma è che mentre scrivevo quella scena per sbaglio mi sono messo ad ascoltare alcune musiche della Key, tra cui Dango Daikazoku (Clannad) e, beh, da quello a inserire un dango dentro la storia il passo è stato breve.

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