sabato 21 settembre 2013

Fallout 3 - Postman - Capitolo 6

Fallout 3 - Postman
cap 6 - L’uomo del giorno dopo0
by: suinogiallo

I've wrangled, and I've rambled, and I've rodeoed around
I've never once thought of settling down
But darlin', the moment I laid eyes on you
I knew my ramblin' days were through

Made up my mind a long time ago
When the right man came along, somehow I'd know
Heart as true, eyes as blue, and his smile as wide
As a western sky

Let's ride into the sunset together
Stirrup to stirrup, side by side
When the day is through, I'll be here with you
Into the sunset we will ride
(Let’s ride into the sunset together - by Fallout New Vegas - Don Burnham, Patty Kistner)

Gli affari dovevano andarle bene.
Watarù pensò questo vedendo la Duchessa Gambit risistemata e, soprattutto, le tre tende che avevano piantato vicino al molo dove era attraccata la chiatta. Tutt'intorno era stato eretto una specie di palizzata fatta con rottami di auto, di barche e di decine di altri tipi di rottami. Sull'ingresso, presidiato da due tipi dall'aspetto ben poco raccomandabile, era stata posta una insegna che recitava Duchessa Gambit, All For You. A giudicare dalla fila di uomini, e donne, in attesa fuori dall'ingresso gli affari dovevano veramente andarle bene.
L'ultima volta che era stato li la chiatta non era proprio in condizioni perfette e, soprattutto, c'era solo una baracca cadente dove Nadine e Nadia vivevano.
Lentamente i due si avvicinarono all'ingresso tenendo, come di consueto, le mani bene in vista. Erano riusciti ad uscire da Paradise Falls, finire ammazzati davanti al bordello di una amica sarebbe stato davvero ridicolo.
Erano giunti a circa metà fila quando le persone che si stavano vedendo superare iniziarono a vociare chiedendo di rispettare la fila e di mettersi in coda come tutti quanti.
- Ma noi... - provò a replicare Kevin venendo interrotto da uno dei due energumeni piazzati davanti all'ingresso che gli puntò un fucile a canne mozze contro.
- Madame non approva che si tenti di fare i furbi! - gli disse - Mettetevi in fila come tutti e aspettate il vostro turno! E non vi preoccupate, la merce qui non si esaurisce mai! -
- Non siamo qui per la vostra mercanzia! - intervenne Watarù - Ma per Nadia! -
- La signora è disponibile solo su prenotazione! - gli rispose l'energumeno - Ed ha una agenda molto piena! -
- Per me farà un'eccezione! - sorrise Watarù - Digli che il suo vecchio amico di Megaton vuole vederla! -
- Sentimi bene - iniziò a dirgli - non farmi perdere tempo! - poi si voltò verso il suo compagno all'ingresso - La signora è una donna molto occupata, se le farai perdere tempo ti prenderò a calci fino a Megaton! E se farai perdere tempo a me ti prenderò a calci anche oltre Megaton! -
- Ralph, vai a dire alla signora che c'è un suo amico di Megaton che vuole vederla! - ordinò poi all'altro energumeno che, rapidamente entrò dentro la recinzione dirigendosi verso una delle tende.
- Tra non molto sapremo se dovrò consumarmi gli scarponi o meno! - ghignò l'energumeno guardando Watarù. Le persone in fila, intanto, avevano smesso di vociare e si erano preparate ad assistere allo spettacolo.
Non era infrequente infatti che qualcuno cercasse di superare la fila per entrare prima e, di solito, finiva sempre con uno dei due energumeni che prendeva a calci il malcapitato con, a volte, l'aiuto delle stesse persone in fila.
- Sei sicuro che non sia meglio mettersi in fila? - domandò Kevin. Da quando erano usciti da Paradise Falls il suo carattere era decisamente cambiato. Aveva smesso di cercare di fare di testa sua e si era messo a seguire gli ordini del vagabondo della zona contaminata come se fossero dogmi, senza discuterli.
Watarù non gli rispose. Tra le persone in fila aveva visto un paio di membri della compagnia dell'artiglio e stava guardandosi intorno per elaborare un piano nel caso avessero scoperto la sua identità. Aveva ancora i capelli tinti e la barba ma si era tolta la benda sull'occhio. Se Nadia lo avesse chiamato per nome sarebbe stato facile per loro riconoscerlo.
- Bob! - il secondo energumeno, quello che era andato a dire a Nadia che c'erano visite per lei raggiunse rapidamente il suo compagno - La signora dice di farli entrare! E di non disarmarli! -
- Risparmierò i miei scarponi a quanto pare! - mugugnò abbassando il fucile e facendogli cenno di muoversi - Le regole sono poche e semplici, fate casino e sarà peggio per voi, date fastidio alle ragazze e sarà peggio per voi, date fastidio alla signora e sarà peggio per voi! Provateci con la cassiera e dovrete raccogliere i vostri salsicciotti da terra! -
- Lo sceriffo Simms non avrebbe potuto dire meglio! - ironizzò Watarù incamminandosi verso il recinto insieme a Kevin mentre le persone in fila ripresero a mugugnare lamentandosi di quel trattamento di favore.
Uno sguardo poco amichevole dell'energumeno di nome Bob li zittì all'istante.
Rapidamente i due raggiunsero l'ingresso del recinto dove videro far nella mostra di se il listino dei prezzi. Si era davvero organizzata bene, sorrise Watarù leggendo oltre i prezzi le due note finali. Non si fa credito a nessuno e Tutte le prestazioni si pagano in anticipo. Scritto in piccolo, lesse poi, Il vagabondo del Vault 101 consuma gratis.
Quell'ultima cosa, si disse sorridendo, sarebbe stato meglio non farla sapere a Ran.
- Vi aspetta nella sua tenda! - gli disse Ralph indicandogli la tenda in cui era entrato prima.
- Grazie! - rispose - Kevin, tu aspetta qui! - e, a grandi passi raggiunse la tenda che gli aveva indicato l'energumeno entrandovi subito.

- Watarù! - venne accolto da una raggiante Nadia che, senza dargli tempo di dire nulla, gli si gettò al collo abbracciandolo. Il vagabondo si stupì di sentire un vago profumo di rose provenire dalla ragazza - Finalmente ti sei stancato di quella sciacquettina senza tette ed hai deciso di provare qualcosa di serio! - poi si staccò da lui e lo osservò per qualche istante - Che diavolo hai fatto ai capelli? E questa barba? -
- È una lunga storia! - sorrise guardandola. Non era cambiata molto ed era sempre eccezionalmente sexy e provocante - E mi dispiace, ma non sono qui per usufruire dei servigi gratuiti che hai elencato di fuori! -
- Sapevo che era troppo bello per essere vero! - sbuffò perdendo per un secondo il sorriso - Stai ancora cercando tuo padre? Di qui non è passato! Ho dato istruzioni a tutte le ragazze di avvisarmi se vedono un tizio che corrisponde alla sua descrizione! -
- A dir la verità sto cercando una ragazza! - le disse - So che l'hai acquistata a Paradise Falls! -
- Marysue? - lo guardò - Non so se è il suo vero nome! Quell'animale di Zebediah mi ha detto che non si ricordava nulla, neanche il suo nome. Marysue è il nome che le ho dato io! -
- Conoscendoti non la stai cercando per avere una concubina o una schiava - disse poi continuando a guardarlo - quindi sai qualcosa di lei che io non so! -
- In effetti si! - le rispose - Il suo nome è Jenny e viene da New Vegas, nel deserto del Mojave. E prima di diventare una schiava era una postina! -
- Una cosa? - lo guardò con uno sguardo interrogativo.
- Consegnava la posta. Una specie di corriere! - le spiegò - Ed il ragazzo che è con me è un suo amico. Penso sia anche innamorato di lei! Per questo gli ho chiesto di aspettare di fuori. Anche se si è abituato all'idea che... beh, qui non vendete spiedini di iguana o mele dandy boy... voglio evitare che incasini tutto con te! -
- Siamo puttane! - rise - Non mi offendo se mi dici che sono una prostituta, sai! È il mio mestiere! - poi sorridendo - Comunque Marysue, Jenny, non lo è! -
Questa volta fu il turno di Watarù di guardarla con uno sguardo interrogativo.
- L'ho comprata per questo! - gli disse - Ha un bel corpo e pensavo di poterci guadagnare molto ma, la prima volta che ha visto un uomo nudo è scoppiata a piangere! Povera piccola, deve averne passate davvero molte. Zebediah è un vero animale! -
- Ho provato a vedere se era utile almeno per soddisfare le clienti - continuò - ma niente da fare! Avrei potuto costringerla ma ho preferito evitare! -
- E cosa ne hai fatto? - le chiese Watarù temendo di sentirsi dire che l'aveva venduta.
- Se la cava bene a fare i conti! - rispose - L'ho messa alla cassa ed ho dato ordine a tutti di non provarci! Non appena un uomo le si avvicina inizia a tremare! Per questo i clienti pagano alle ragazze che poi portano i tappi a lei. E’ un dito nel culo, lo ammetto, ma far avvicinare i clienti a Marysue era impensabile, per cui ho adottato questa soluzione! -
Watarù si lasciò andare ad un enorme sospiro di sollievo.
- L'hai messa a fare la cassiera? - rise sorpreso.
- Si! - sorrise - Prima di lei c'era Nadine ma, conosci mia sorella, è svampita come poche e non c'era giorno in cui non si dimenticasse di far pagare qualcosa! Con Marysue questo non accade. È più precisa di una calcolatrice e a fine giornata i conti tornano sempre! - poi gli si avvicinò - Cosa c'è? Pensavi che siccome non mi era utile come puttana l'avrei venduta a qualcun'altro? Anche se non fosse stata brava come cassiera le avrei trovato qualcosa da fare! Non sei l’unico che ha un cuore da queste parti, ogni tanto anche io mi ricordo che ne ho uno! -
- Soprattutto da quando ti ho conosciuto! - aggiunse poi tra se.
- Come hai fatto a sapere che avevo comprato la ragazza? - gli chiese poi Nadia avvicinandosi ad un armadio - Vuoi bere qualcosa? -
- L’ho chiesto a Zebediah! - le rispose - Acqua! -
- Come sempre! - rise prendendo una bottiglia di acqua purificata - Cosa avresti fatto? Sei entrato dentro Paradise Falls? -
- Era l’unico modo per riuscire a sapere qualche cosa! - sorrise prendendo la bottiglia che la ragazza gli stava passando - Per questo mi sono conciato così! -
- E Zebediah non ti ha riconosciuto? - mormorò - Quel figlio di puttana ti ha giurato vendetta e quando sono stata li l’ultima volta l’ho sentito dire che se ti avesse messo le mani addosso, prima di tagliarti la testa, ti avrebbe tagliato i testicoli e li avrebbe mandati a Rin come orecchini! -
- Mi ha riconosciuto ma per motivi contingenti è stato costretto ad allearsi momentaneamente con me! - le rispose.
- La tua solita fortuna! - rise - Ma non dovresti abusarne, lo sai? Rischi di lasciare molte ragazze infelici! -
- Possiamo tornare al discorso originale? - le disse - Cosa pensi di fare? Non ti chiedo di liberare Jenny ma vorrei chiederti se sei disposta a venderla -
Nadia rimase pensierosa per qualche secondo poi si avvicinò alla porta della tenda e mise la testa fuori.
- Bob, di ad una ragazza di dire a Marysue di venire nella mia tenda! - ordinò con piglio deciso poi, sempre con lo stesso tono autoritario disse a Kevin di entrare.
- E così tu sei il ragazzo di Marysue! - lo squadrò.
- Di chi? - la guardò Kevin non riuscendo a non posare lo sguardo sulla generosa scollatura del vestito che Nadia indossava.
- Jenny! - intervenne Watarù - Non ricorda nulla e quindi Nadia l’ha rinominata! -
- E’ qui? Jenny è qui! - esclamò felice - Posso vederla? -
- Prima rispondi a quanto ti ho chiesto! - ribatté Nadia.
- D’accordo! - mormorò - Comunque no, sono un suo amico di infanzia! -
- E quanto saresti disposto a spendere per lei! - gli domandò.
- Non ho nulla con me! - abbassò la testa - Avevo trecento tappi ma li ho dati a quel tizio di Paradise Falls! - poi, fissando Nadia - Ma sono disposto a fare qualsiasi cosa! -
- Queste sono affermazioni pericolose da queste parti! - sorrise ammiccando - Dire alla proprietaria di un bordello che si è disposti a fare qualsiasi cosa potrebbe metterti in una situazione alquanto imbarazzante! -
Kevin si rese conto solo in quel momento di quello che aveva detto ed ebbe un momento di indecisione.
- Lo immagino! - disse poi ritrovando la sua risoluzione - Ma sono disposto davvero a fare qualsiasi cosa! -
- Bene! - sorrise allora Nadia.
In quel momento entrò nella tenda Jenny accompagnata da una delle ragazze di Nadia.

- Je... - provò a dire Kevin vedendola ma venne fermato da un gesto di Nadia.
La ragazza indossava un vestito normale, di quelli pre bellici, a fiori e tranne lo sguardo vacuo non aveva addosso nessun segno delle atrocità che aveva subito. Nadia le aveva anche tolto il collare da schiavo e lo aveva sostituito con una piccola catenina con un pendaglio a forma di croce.
- Mi hai fatto chiamare? - domandò con una voce atona.
Watarù si sentì montare dentro una rabbia quasi incontrollabile. Quella ragazza aveva subito violenze bestiali - in tutti i sensi - e anche se il fisico era stato rimesso a posto la mente doveva avere delle cicatrici impossibili da curare.
Pensò a Ran e si voltò a guardare Kevin. Se qualcosa del genere fosse accaduto alla sua Ran avrebbe messo a ferro e fuoco l’intera zona contaminata e si chiese cosa stesse pensando il ragazzo.
Amica d’infanzia! Bah! Kevin ne era innamorato. Solo un uomo innamorato perso avrebbe potuto fare quello che aveva fatto lui.
- Si - sorrise avvicinandosi a lei mantenendosi sempre, però, tra lei e il ragazzo quasi a volerle impedire di vederlo.
- Al momento hai guadagnato novecentododici tappi - le disse credendo che Nadia l’avesse chiamata per un resoconto sui guadagni giornalieri. Se avesse visto i due uomini dentro la tenda non si poteva capirlo. Lo sguardo era fisso su Nadia e non sembrava desse peso a null’altro.
- Non ti ho chiamato per questo! - le disse spostandosi leggermente - Questi due uomini sono venuti qui per comprarti! -
La ragazza ebbe un sussulto a quella frase ma rimase ferma e non disse nulla. Lo sguardo sempre fisso su Nadia.
- Gli ho detto che non sei in vendita ma loro hanno insistito! - continuò - Uno di loro dice di conoscerti! Conosce il tuo vero nome e da dove vieni! -
Jenny spostò lo sguardo lentamente sui due uomini ma non diede nessun segno che potesse far pensare che li conoscesse.
Kevin avrebbe voluto urlare, chiamarla, abbracciarla. Ma il gesto che le aveva fatto prima Nadia non lasciava adito a interpretazioni. Doveva stare zitto e fermo.
- E’ disposto a fare qualunque cosa io gli chieda pur di averti! - le disse poi Nadia.
- Io non ricordo nulla del mio passato! - sussurrò tornando a guardare Nadia - Io appartengo a lei, e non voglio essere di nessun’altro! -
- Jenny! - sbottò improvvisamente Kevin sentendo quelle parole - Sono io! Kevin! - poi le corse incontro.
- No! - la ragazza si spostò bruscamente andando a nascondersi dietro Nadia - No! - urlò.
- Jenny! - sussurrò Kevin fermandosi - Non ti ricordi? Giocavamo insieme quando eravamo piccoli. Mi hai insegnato a sparare con il fucile ad aria compressa! Ti ricordi? Tu eri molto più brava di chiunque altro! -
- Siamo diventati postini insieme! - continuò quasi con le lacrime agli occhi - Tu per prima, perché volevi che la gente potesse sentirsi di nuovo unita, ed io perché... perché volevo stare con te! -
- Non puoi non ricordarti di me! - disse poi - Delle notti che abbiamo passato a chiacchierare seduti fuori dal General Store di Goodsprings, io, te e Sunny! E quella piccola peste del suo cane! -
- Io mi chiamo Marysue e sono della signora Nadia! - urlò Jenny rimanendo sempre dietro alla ragazza - Non so chi tu sia e perché mi stai dicendo queste cose, ma io non ricordo nulla e non... voglio ricordare! -
Le ultime due parole le aveva dette con un tono di voce molto più basso e convinsero Kevin a fare un passo indietro.
- Va bene... - sorrise Nadia voltandosi verso la ragazza - va bene. Adesso torna alla cassa e non ti preoccupare! - poi fece un cenno alla ragazza che l’aveva condotta li - Vai con lei! -
- Si - sorrise.

- Cosa ne pensi? - Nadia si voltò verso Watarù dopo che Jenny ebbe lasciato la tenda.
- Che ricorda tutto! - mormorò - Ma che è tutto talmente doloroso che preferisce nascondersi dietro l’amnesia! - tornò a sedersi - Potrebbe aver sofferto davvero di amnesia ma, di solito, dopo un certo periodo di tempo si riesce a recuperare la memoria. Credo, più che altro, che stia mentendo a se stessa dicendo che non ricorda più nulla. Ciò che le è capitato l’ha sconvolta a tal punto che preferisce non ricordare più nulla piuttosto che ammettere che ricorda il suo passato, il suo nome e chiunque abbia conosciuto prima! -
- Lo penso anche io! - annuì.
- Cosa pensi di fare? - chiese poi Nadia a Kevin.
- Non lo so! - sussurrò.
I tre rimasero in silenzio per alcuni minuti guardandosi di tanto in tanto. Da fuori la tenda giungevano i rumori della vita che continuava a scorrere. Il vociare della gente, qualche gridolino di tanto in tanto.
- Per me, comunque, la missione finisce qui! - disse improvvisamente Watarù alzandosi - Il mio compito era aiutarti a ritrovare Jenny e l’ho portato a termine! Cosa farai adesso non mi riguarda! -
- Penso che andrò a cercare la dottoressa Li a Rivet City - disse poi - forse ha notizie su mio padre e voglio parlarle! Poi tornerò a Megaton! -
- Ti ringrazio per quello che hai fatto! - gli disse Kevin tendendogli la mano - Se potrò ti risarcirò il fucile al plasma che hai dovuto dare alla guardia di Paradise Falls -
- Consideralo un regalo! - sorrise - Abbi cura di te e di Jenny! - poi si avvicinò alla porta della tenda - Se le starai accanto, discretamente, avvicinandoti lentamente a lei, giorno per giorno, forse deciderà che qualcosa può ricordarla! -
- Stavo giusto pensando di assumere una guardia per controllare che nessuno cerchi di avvicinarsi alla cassa e alla cassiera! - sorrise Nadia - Qualcuno di cui mi possa fidare! -
- Se vuoi delle referenze - le disse Watarù - posso fornirtele io -
- Io - balbettò confuso Kevin - potrei! Si! Ma... -
- Rivet City è il posto ideale per un ufficio postale, sai! - gli disse Watarù - Parlerò con alcune delle persone che conosco li dentro. Magari qualcuno disposto a mettersi a consegnare la posta lo trovo! Potrei dirgli di venire a parlare con te per sapere come deve fare per diventare un postino! -
- Perché non ti fermi un po’ anche tu? - gli chiese improvvisamente Nadia - Sono sicura che non ti pentiresti di... -
- Me ne pentirei! - sorrise scostando il telo che chiudeva l’ingresso della tenda - Nell’istante esatto in cui poserei il mio sguardo su Ran! - poi uscì - Salutami Nadine! -

- Sceriffo! - la voce di Joel, una delle guardie al cancello d'ingresso di Megaton riecheggiò all'improvviso - Sceriffo Simms, corra! -
- Cosa diavolo c'è Joel! - urlò a sua volta lo sceriffo Lucas Simms correndo con il fucile in mano verso il cancello pronto a dar battaglia.
- Se si tratta di nuovo di un falso allarme giuro che ti prendo a calci nel culo da qui fino a Rivet City! - urlò poi raggiungendo il cancello trafelato.
- Sceriffo - lo guardò il ragazzotto con l'aria di uno che si stava pentendo di essersi messo a strillare come un'oca impaurita - ci sono due tizi di fuori! -
- Se non sono alti due metri e mezzo e verdi prepara il tuo culo! - lo guardò trucemente lo sceriffo passandosi una manica dello spolverino sulla fronte per detergersi dal sudore.
- No sceriffo - mormorò sempre più convinto che aveva commesso un terribile errore a mettersi a strillare in quel modo - Non sono verdi e sono alti quanto noi! La ragazza magari un po’ di meno! -
- Joel! - sibilò Simms - Chi diavolo c'è fuori dal cancello? -
- Dicono di essere dei postini e di avere una lettera per il vagabondo del vault 101! - disse tutto di un fiato aspettandosi di ricevere immediatamente dopo aver terminato la frase un calcio di quelli che non ti fanno sedere per mesi.
A tutti e due parve di vivere un dejavu.
- Postini? - domandò lo sceriffo Simms fermandosi - Tipo quello che è arrivato qui quattro mesi fa? -
- Si... cioè no! - rispose Joel - Sono vestiti come quello ma non sono quello! -
Lo sceriffo lo guardò cercando di capire cosa avesse detto poi, decidendo che avrebbe fatto prima a vedere con i suoi occhi, riprese a correre verso il cancello.
- Joel, tu vai ad avvisare Watarù! - gli ordinò - Digli di venire al cancello! -
Arrivato al cancello Simms si fermò qualche secondo per riprendere fiato poi uscì fuori raggiungendo i suoi uomini che stavano tenendo sotto la mira dei fucili due ragazzi vestiti come il postino che era arrivato li quattro mesi prima.
- Buongiorno signore! - lo salutò la ragazza - Io sono Niche, del rinnovato servizio postale di D.C.,  e lui è il mio collega, Lag!1 - poi frugando nella borsa che portava a tracolla - Ho una lettera per il vagabondo del vault 101! -
- So per certo che non è lei e che probabilmente non mi farà entrare! - aggiunse poi tirando fuori una busta di carta - Può far chiamare il vagabondo del vault 101 in modo che possa consegnarli la lettera? -
- Già fatto! - sbuffò Simms guardandoli - Diavolo, mandano dei ragazzini in giro per la zona contaminata! -
- Potremmo essere giovani! - ribatté il ragazzo - Ma sappiamo come muoverci! -
- Immagino! - ghignò. Avrebbe voluto dirgli che anche Jenny sapeva come muoversi, probabilmente, ma che questo non le aveva impedito di subire quello che aveva subito.
Evitò di dirglielo, però. In fondo stavano facendo qualcosa di buono. Un po’ quello che faceva Tre Cani con la sua radio, teneva unite le persone.
Spaventarli non sarebbe servito a nulla.
- Cosa c’è Lucas? - domandò Watarù raggiungendo il cancello insieme a Ran, poi vide i due postini - Di nuovo posta? -
- Salve - si fece avanti la ragazza. Il rumore dei fucili che venivano armati la convinse a fermarsi - ho due lettere per lei, una del signor Kevin ed una della signora Nadia! -
- Meglio che evitiate movimenti che possano essere fraintesi! - sorrise Watarù - Gli uomini dello sceriffo Simms sono sempre molto nervosi quando qualcuno che non conoscono si avvicina al cancello della città! -
- Hanno paura che se fanno entrare qualcuno che non dovrebbero far entrare lo sceriffo li prenda a calci fino a Rivet City! - aggiunse poi prendendo le lettere dalle mani della ragazza.
- Ed hanno ragione! - sottolineò lo sceriffo - Avete fatto le vostre consegne, adesso potete anche andarvene! -
- Lucas, non essere così brusco! - intervenne improvvisamente Moira raggiungendo il gruppetto all’ingresso di Megaton - Ci sono persone che vorrebbero spedire delle lettere! Perché non facciamo entrare questi ragazzi, si riposano un pochino e nel mentre noi raccogliamo le lettere che i cittadini di Megaton vogliono spedire! -
- La tariffa per le lettere è di due tappi! - intervenne il ragazzo - Per tutta la zona contaminata di D.C.! Quattro per le zone adiacenti! -
- A quanto pare ha aumentato le tariffe! - sorrise Watarù.

Watarù e Ran accompagnarono i due ragazzi dentro Megaton facendoli poi entrare dentro casa loro mentre Moira e Lucas iniziarono a girare per Megaton raccogliendo le lettere che gli abitanti della cittadina volevano far arrivare alle persone che conoscevano in giro per la zona contaminata di D.C.
- Come stanno Kevin e Jenny? - gli chiese Watarù mentre Wadsworth serviva ai due ragazzi delle Nuka Cola ghiacciate e delle mele Dandy Boy.
- Direi bene! - rispose il ragazzo accettando la bottiglia di Cola - Ma credo che le abbia scritto tutto il signor Kevin nella lettera! -
Watarù si rigirò in mano una delle due lettere che i due postini gli avevano consegnato poi la posò su di un mobile insieme a quella che gli aveva spedito Nadia.
- La leggerò dopo! - sorrise - Adesso voglio sapere da voi come stanno e come gli vanno le cose! -
- Stanno bene! - rispose la ragazza - La signora Jenny lavora ancora come cassiera da Nadia mentre il signor Kevin si alterna tra il suo lavoro da guardia del corpo e la gestione del servizio postale! - poi prese anche lei la bottiglia di Nuka Cola che il Mister Handy di Watarù gli stava porgendo - Non è che ci sia molto da dire! Li vediamo di rado dato che siamo quasi sempre in giro a consegnare la posta! -
- Le cose vanno bene, quindi! - sorrise Watarù - E a voi, ragazzi? -
- Il lavoro non manca! - disse Lag - La gente sembra aver scoperto la bellezza di scrivere e di rimanere in contatto con persone lontane e non sempre riusciamo a stare dietro a tutte le consegne in tempi brevi! -
- Siamo in venti al momento - continuò - ma siccome il signor Kevin insiste che non dobbiamo mai andare da soli ma che dobbiamo essere sempre in coppia, alla fine è come se ci fossero solo dieci postini! Se potessimo andare da soli riusciremmo ad essere ancora più efficienti! -
- Ancora con questa storia! - intervenne Niche guardandolo ombrata - Lo sai che il signor Kevin ha scelto di fare così per permetterci di viaggiare in maggiore sicurezza! -
- E fa bene! - le disse Watarù - La zona contaminata di D.C. non è un posto da prendere alla leggera! -
I due ragazzi rimasero in silenzio per qualche istante.
- Che ne dite di rimanere a cena da noi, dormire qui e ripartire domani mattina? - intervenne Ran.
- Abbiamo delle consegne da fare! - scosse la testa Lag - Non vorremmo sembrarvi scortesi rifiutando il vostro invito ma... -
- Tra non molto scenderà la notte! - lo bloccò Watarù - E sarebbe pericoloso andare in giro con il buio! - poi si voltò verso Ran che, sorridendo, annuì - Ci divideremo le consegne che vi rimangono! In due gruppi sarà facile recuperare il tempo che perderete cenando con noi e riposandovi in un posto tranquillo! -
- Sono certa che farà piacere anche a Moira e allo sceriffo cenare con voi! - aggiunse poi Ran.
- Cos’è che farebbe piacere a noi? - disse improvvisamente lo sceriffo entrando insieme a Moira con in mano un grosso pacco di lettere ed un sacchetto pieno di tappi.
- Consegnare la posta insieme a noi! - sorrise Ran guardandoli.

- Non leggi la lettera di Nadia? - gli chiese mettendosi a letto insieme a lui Ran.
- A dir la verità è indirizzata a te! - le rispose Watarù porgendogli la lettera.
- A me? - lo guardò incuriosita.
Prese la lettera quasi titubante e indecisa se chiedere a Watarù di leggergliela.
Aveva imparato a leggere e a scrivere oltre che a risolvere semplici operazioni matematiche ma le piaceva ascoltare la voce del ragazzo che le leggeva qualche cosa.
Alla fine, però, decise di leggerla da sola e sistemandosi più comoda nel letto iniziò a scorrere la grafia pulita e ordinata di Nadia. Provò un leggero moto di gelosia vedendo quella scrittura così precisa. Tutto l’opposto della sua, indecisa e sgraziata.
- Cosa dice? - le chiese Watarù vedendola piegare in due in fretta e furia il foglio ed arrossire.
- Mi da suggerimenti su... - balbettò confusa - su dei giochetti di coppia che... potrei fare con te! -
- Giochetti? - sorrise Watarù - Posso leggere? -
- No! - quasi urlò allontanando il foglio - E non provare a leggerla di nascosto! - poi si voltò e infilò la lettera dentro un libro che teneva vicino al letto.
- D’accordo! - continuò a sorridere Watarù prendendo, poi, la lettera di Kevin ed iniziando a leggerla.
- Leggila a voce alta! - le chiese Ran.
- Va bene - riprese a leggerla dalla prima riga - Come state? Come avrete capito ricevendo questa lettera il rinnovato servizio postale di D.C. ha iniziato a lavorare. E questo grazie a te. Se non ne avessi parlato a Rivet City, se non avessi messo in giro la voce che stavo cercando dei postini e se non avessi parlato dell’utilità di un sistema di consegna della posta, tutto questo non sarebbe stato possibile. Al momento ho venti postini divisi in dieci coppie, quello che è capitato a Jenny mi ha fatto capire che è preferibile non andare mai da soli, e sto riuscendo a coprire tutta la zona contaminata di D.C. e le sue zone limitrofe -
- La nostra vita, quella mia e di Jenny, procede tranquilla - continuò a leggere - ancora non sembra pronta a recuperare la memoria e risponde solo se la chiamo Marysue ma non scappa più quando mi gli avvicino o quando le parlo e, piano piano, anche lei ha iniziato a parlarmi. Nadia è molto gentile con lei, così come lo è Nadine. Ho saputo che anche a lei è capitata una cosa molto simile e penso che sia per questo che l’hanno accolta così calorosamente. Spero che tu possa venirci a trovare presto, magari portando anche la tua donna. Hai fatto molto per noi e vorrei cercare di ricambiare. Ho dato ordine a tutti i miei postini di tenere gli occhi aperti per vedere se trovano tracce di un fuoriuscito da un vault che somigli alla descrizione di tuo padre e, anche se per il momento non ho nulla, non dispero di riuscire ad avere notizie che possano esserti utili. Per adesso, quindi, è tutto. Come avrai capito non sono proprio molto pratico di come si scrive una lettera e sper che tu venga a trovarmi quanto prima per darmi modo di ringraziarti di persona -
- Pensi di andare a trovarlo? - gli domandò Ran.
- Prima o poi, si - mormorò chiudendo la lettera - ma prima dobbiamo pensare alla consegna della posta! -
Si alzò per andare a spegnere la luce e dopo, a tentoni, raggiunse di nuovo il letto infilandosi sotto le lenzuola e venendo, quasi subito, afferrato da Ran.
- Sai, stavo pensando di provare uno o due dei giochetti che Nadia mi ha suggerito! - sorrise maliziosamente facendo scorrere una mano sull’addome del vagabondo fino a raggiungere il suo sesso che, prontamente, reagì a quel tocco.



Epilogo
- Joel! - ululò lo sceriffo Simms uscendo insieme a Moira da Megaton e dirigendosi verso uno dei due sidecar che la ragazza aveva costruito - Non penso di star fuori tanto tempo! Nel frattempo non far entrare nessuno in città, controlla che tutte le sentinelle siano sempre al loro posto e che non stiano dormendo o che non siano ubriache! Fai attenzione che nessuno cerchi di prendere più acqua di quella che gli spetti! E, soprattutto, cerca di non spararti per sbaglio su di un piede come l’ultima volta! -
- Si sceriffo! - rispose prontamente quasi scattando sull’attenti.
- Umpfh! - sbuffò guardando verso Moira - Mi spieghi perché dobbiamo fare questa cosa? -
- Perché penso che sia utile! - gli rispose la ragazza sorridendo come sempre con quel suo sorriso da bambina vivace - Togliti quel cappello e metti questo! - gli passò poi un elmetto.
- Questo mai! - urlò rifiutandolo.
- Come preferisci! - rise - Ma se poi finisci con il romperti quella testa dura che ti ritrovi non lamentarti come me! -
- Ferma, lasciamelo allacciare! - disse invece Watarù sistemando l’elmetto sulla testa di Ran.
Per far prima avevano deciso di utilizzare i sidecar che Moira stava iniziando a realizzare.
Dopo aver capito gli errori che aveva fatto con il primo prototipo si era messa a studiare come fare per renderlo più sicuro e finalmente aveva creato un qualcosa che oltre ad essere utile era anche sicuro.
Secondo Watarù era la prima volta che le capitava una cosa del genere .
- Noi andremo a ovest! - disse Niche guardando i due mezzi - Ma siete sicuri che questi cosi non esploderanno alla prima buca? -
- Noi faremo le consegne a nord e a est! - disse Watarù - Così andremo anche a Rivet City! -
- E noi ci occuperemo di quelle a sud! - bofonchiò Lucas accendendo il motore del suo sidecar - Fate attenzione ragazzi, e cercate di tornare tutti interi! -
- Anche voi! - sorrise Watarù accedendo a sua volta il motore del suo mezzo mentre Ran si accomodava nel carrozzino avendo cura di avere sempre a portata di mano sia il fucile che la pistola.
Rapidamente i due sidecar si mossero verso le rispettive direzioni scomparendo velocemente all’orizzonte.
- Direi che è ora anche per noi di muoverci! - suggerì Niche - Abbiamo parecchie consegne da fare, molte persone da tenere in contatto, una speranza da continuare a far crescere! -
- E non vogliamo di certo farci battere da quei vecchietti! - sorrise poi Lag sistemandosi meglio la borsa.

Per l'ambientazione e alcuni personaggi © Bethesda Softworks
Per la storia e i personaggi originali © 2013 suinogiallo




Note:
0 - Il titolo di questo capitolo è un chiaro riferimento al film e al libro The Postman (da noi tradotto come L’uomo del giorno dopo - il titolo del libro, di David Brin, è stato tradotto in Il simbolo della rinascita -).
1 - Niche e Lag sono i due protagonisti di Tegami Bachi (Letter Bee). Si tratta di un mio omaggio a questo anime.
Scrivendo questa nota, poi, mi sono accorto che anche la scelta di far rimanere Kevin nel bordello di Nadia per assistere Jenny somiglia molto alla scelta fatta da Connor (sempre Tegami Bachi) di rimanere al fianco di Sunny dopo che il Gaichuu le aveva portato via il cuore.

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