Gli anime giapponesi hanno trattato, in maniera più o meno corretta, nei vari anni svariati argomenti.
Abbiamo avuto quindi anime dedicati al mondo dell'automobilismo, al calcio, al baseball, al tennis, alla recitazione, al golf e financo alla pesca.
Ed è proprio di un anime dedicato alla pesca, alle sue molteplici sfaccettature e al profondo significato che si cela in essa che vi parlerò oggi.
Tsurikichi Sanpei è un manga di Takao Yaguchi pubblicato dal 1973 fino al 1983 per un totale di 65 tankobon trasposto in una serie televisiva animata composta da 109 episodi andati in onda originariamente in Giappone dall'aprile del 1980 fino a Giugno del 1982. In Italia la prima messa in onda risale al 1982 su svariate televisioni private minori che hanno trasmesso in maniera più o meno continua tutti e 109 gli episodi.
La storia, che potrebbe sembrare semplice, è quella di un giovane pescatore, Sanpei Nihira, nipote di un artigiano che costruisce canne da pesca, che sembra avere come unico scopo nella vita quello di riuscire a pescare qualsiasi tipo di pesce si trovi davanti imparando nuove tecniche e facendo svariati incontri.
In realtà la storia ha diversi livelli di lettura riuscendo ad essere anche più profonda rispetto a quanto si potrebbe credere limitandosi ad una semplice analisi superficiale.
Oltre al messaggio ecologista presente nella storia che viene palesato sia dalle ambientazioni sia dalla ricerca di luoghi dove poter pescare liberi dalla cementificazione, infatti, in Sanpei troviamo anche altri messaggi utili per riflettere. Il rispetto delle persone anziane e della loro cultura e saggezza, i forti sensi di amicizia che si creano anche in situazioni in cui sembrerebbe difficile essere amici, il rispetto per gli avversari e il sapere accettare anche una sconfitta. In tutto questo, alla fine, la pesca è solo il collante che tiene insieme i vari messaggi.
Non che, però, venga messa in secondo piano o trattata in maniera superficiale, anzi, le varie tecniche di pesca che vengono mostrate, i pesci stessi, sono reali e realistici e solo raramente ci si trova di fronte a situazioni che possono sembrare assurde o al limite del credibile.
Semmai è proprio il personaggio di Sanpei che risulta essere poco credibile mentre i personaggi di contorno, soprattutto i principali, lo sono di più.
Tra questi troviamo il nonno di Sanpei, abile costruttore di canne da pesca, che lo guida con i suoi saggi consigli senza però mai porgli dei freni troppo eccessivi.
Molto importante è poi la figura di Gyoshin Ayukava, un pescatore professionista che perse un occhio da ragazzino a causa del padre che lo colpi con la lenza durante un lancio.
Gyoshin rappresenta, in un certo senso, la duplice figura di padre e di fratello maggiore per Sanpei aiutandolo a crescere come pescatore e come uomo.
Infine, tra le figure maggiormente ricorrenti della storia non possiamo non citare Yurin, l'amica di infanzia di Sanpei.
Dal punto di vista tecnico si vedono tutti i limiti dell'animazione degli anni ottanta. Il riciclo delle immagini, la differenza di colore nelle zone da animare, l'approssimazione di alcuni disegni, il guardaroba decisamente limitato dei personaggi. Ci sono poi degli errori di continuity che lasciano a bocca aperta per quanto sono palesi. Ad esempio, in un episodio vediamo Yurin in barca prima con la gonna, poi con i pantaloni e poi di nuovo con la gonna.
L'animazione è ridotta al minimo indispensabile e non si notano particolari virtuosismi.
C'è da dire, però, che in quegli anni questo era lo standard.
Anche la caratterizzazione risente dell'epoca. Dal punto di vista grafico i personaggi sono molto semplici, non possiedono molte espressioni e il guardaroba è alquanto limitato, mentre caratterialmente sono caratterizzati in maniera molto netta, con poche sfumature.
D'altro canto, quando si parla di pesca, le cose cambiano. Le spiegazioni sono quasi enciclopediche e i pesci appaiono discretamente dettagliati.
Anche la storia appare abbastanza semplice. C'è Sanpei che vuole pescare ogni genere di pesce esistente sulla faccia della terra e più la sfida si fa difficile e più si diverte. I momenti in cui il tema non è la pesca sono alquanto rari - Gyoshin e i suoi genitori, Sanpei e la ricerca del padre, la malattia del padre di Yurin -. Tutto gira intorno alla pesca. Tuttavia, c'è da dire che sempre facendo riferimento alla pesca come cardine vengono trattati svariati argomenti come il rispetto per la natura, l'amicizia, il rispetto per l'avversario, il saper perdere e via dicendo.
Caratteristica molto forte in questo anime è la sua giapponesità elevata all'ennesima potenza.
Quasi tutto trasuda Giappone, dalle leggende, alla psicologia di alcuni personaggi.
Si tratta, in definitiva, di un anime alquanto datato e decisamente monotematico che, però, mi sento di consigliare se non altro per una visione random dei vari episodi (ricordandosi che alcuni sono collegati tra di loro).
Il mio giudizio, in suini con il sigaro, è di cinque suini un po' tirati - un suino è per i ricordi che questo anime si porta dietro -
Link:
Wiki (it)
Wiki (en)
Media:
Opening italiana
Ending italiana
Opening italiana
Ending italiana
Nessun commento:
Posta un commento